Wayne Shorter (1933-2023)
Note per un buon senso della musica

“Primo, risveglia la tua umanità. Non siamo soli. Non esistiamo da soli e non possiamo creare, da soli. Ciò di cui questo mondo ha bisogno è un risveglio umanistico del desiderio di elevare le condizioni della propria vita fino a quando le nostre azioni si radichino nell’altruismo e nella compassione. Non puoi nasconderti dietro un lavoro o uno strumento: devi comportarti da uomo. Concentra le tue energie nel diventare la miglior persona che tu possa essere.(…)”. Scrisse Wayne Shorter in una lettera insieme a Herbie Hancock contro l’odio e l’indifferenza all’indomani della strage del Bataclan ad opera dei neonazisti dell’Isis a Parigi. La sua ricerca d’avanguardia nella musica jazz si è spesso è nutrita di una ricerca di un senso dell’umanità. Sperimentare, improvvisare, comporre per aprire nuove possibilità non per un vuoto successo commerciale. Una traiettoria musicale nata dalla rivoluzione del bop passando per i Jazz Messenger di Art Blackey, il quintetto di un insostenibile Miles Davis, per approdare poi alla formazione  Weather Report con Jaco Pastorius e Joe Zawinul, fino alle collaborazioni con Joni Mitchell e altre grandi personalità di svariati stili musicali. Ascoltando il suo sax, le note si confondono con queste belle parole: “Come artista, creatore e sognatore di questo mondo, ti chiediamo di non farti scoraggiare di fronte a tutto ciò, ma di usare la tua stessa vita e – per estensione – la tua arte, come strumenti per costruire pace”.