Venezuela: un principio di reazione?

L’Onu ha condannato le violazioni dei diritti umani in Venezuela. Al di là dell’ipocrisia degli Stati – tutti reprimono e uccidono – certo che il regime di Maduro è criminale! È una dittatura nata da una democrazia di cui sopravvivono alcune forme (sempre meno significative) che incarcera, tortura e uccide. Aggiungiamo che le condizioni di vita nella quotidianità sono insopportabili: l’80% della popolazione èin condizioni di povertà estrema, il potere d’acquisto dei salari è nullo, né vi è alcuna possibilità di fronteggiare l’emergenza sanitaria. Parte delle responsabilità di questa situazione ricadono sulle sanzioni economiche internazionali che affondano ulteriormente la popolazione.

Di fronte a tutto ciò, molte persone – più di cinque milioni – hanno scelto di emigrare. Nelle ultime settimane, però, c’è una novità: significative mobilitazioni popolari (negli Stati di Yaracuy, Sucre ed altri) contestano il governo e la penuria di forniture essenziali come l’acqua e l’elettricità. Sembra maturare una reazione dal basso, seppur molto iniziale, nelle aree interne del paese dove la tenaglia della repressione e dell’assistenzialismo non è così stretta come nella capitale Caracas. Disillusa da un’opposizione politica particolarmente servile e divisa, la gente comune in Venezuela deve affrontare la sfida enorme di superare emergenze combinate tra loro per continuare a difendere la propria dignità.