Unirsi nella ricerca di pacificazione è prioritario adesso e ha bisogno dell’impegno da parte di ciascuno: anche nelle università dove tantissime/i giovani sono per la pace. È necessario incontrarsi, chiedersi come e che strade trovare per essere migliori assieme contro tutte le guerre, a fianco della libera e piena autodeterminazione dei popoli. A maggior ragione ora, quando il livello bellico cresce e si espande, è fondamentale sottrarsi alle logiche e alle pratiche del conflitto alimentate da Stati oppressivi e organizzazioni terroristiche.
Invece nelle università si aggirano gruppi come CambiareRotta & co. che difendono Hamas soprassedendo agli stupri, alle torture, agli omicidi verso donne e bimbi ebrei. Chiedono alle università di non arruolarsi e loro sono i primi a plaudere al massacro del 7 ottobre mentre la gente comune, in terra di Palestina, già sfiancata da decenni di guerre e violenze da parte dello Stato di Israele, sta pagando un prezzo altissimo alle ulteriori ritorsioni del governo Netanyahu. Le logiche campiste di questi piccoli gruppi li conduce a sostenere terroristi foraggiati da regimi reazionari come l’Iran che perseguita, tortura e uccide migliaia di giovani donne (e non solo) nella ricerca della propria libertà.
Da loro misuriamo tutta la nostra distanza: la loro “alternativa” usa gli stessi strumenti e le stesse logiche degli oppressori.
Ciò è evidente anche nelle ultime manifestazioni in cui il rituale dello scontro con la polizia è andato in scena aprendo il fianco al piacere fascistoide della repressione del governo Meloni, che denunciamo, e agli appetiti di giornalisti embedded in cerca di scoop che non casualmente danno grande risalto a queste azioni di piccolissime minoranze e silenziano manifestazioni pacifiste di migliaia di persone.