Di nuovo una tragedia sul lavoro: un’esplosione allo stabilimento Toyota di Borgo Panigale ha causato due morti e undici feriti, di cui uno gravissimo. A loro e ai loro cari va tutta la nostra solidarietà.
Non accetteremo che se ne parli come dell’ennesimo incidente, dell’ennesima fatalità inevitabile: è il risultato di un lavoro sempre più sfruttato, precario, alienato, frustrante e soprattutto sempre più insicuro. È il frutto di una logica malata che mette il profitto (di pochi) davanti alla vita (di molti). Quanto accaduto a Borgo Panigale è quello che accade ogni giorno in tanti luoghi: padroni e padroncini, spalleggiati da un governo retrivo che criminalizza ogni forma di dissenso e di protesta, risparmiano sulla sicurezza e sulla qualità delle forniture. La vita di chi lavora non rientra fra i loro interessi: si trovano sempre soldi per le armi e per la guerra, per deportare persone e per chiudere i porti, per far crescere la produttività anche a discapito di costi ambientali enormi. Mai invece per la sanità, per la scuola e per la sicurezza di chi lavora, anzi assistiamo a tagli continui!
Ma noi lavoriamo per vivere e non per morire arricchendoli: per questo ci schieriamo e ci battiamo per i diritti di tutti/e, per l’accoglienza contro il razzismo, per la pacificazione contro le guerre e le logiche belliche, per la dignità e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Per questo ci sentiamo vicini ai lavoratori che all’interporto di Bologna hanno spontaneamente interrotto l’attività per un’ora in segno di solidarietà. È anche da piccoli gesti come questo che può iniziare la ricerca del meglio della nostra umanità.