Sabato 16 gennaio circa 200 persone hanno risposto all’appello del Comitato Torino per Moria a non girarsi dall’altra parte di fronte alle immagini disumane che ci giungono dalla Bosnia: migliaia di uomini, donne, bimbe e bimbi rifugiati sotto la neve, respinti al confine con la Croazia, che vivono al gelo nei boschi e in quello che rimane del campo profughi di Bihac incendiato prima di Natale. Persone alla ricerca di una vita migliore che trovano confini chiusi, violenza e indifferenza da parte degli degli stati e l’ostilità di parte della popolazione locale che non vuole i rifugiati. In piazza diverse persone solidali: giovani, associazioni e partiti di sinistra hanno dato vita ad un flash mob con racconti, letture e testimonianze. Anche noi della Comune abbiamo partecipato cercando il dialogo e trovando disponibilità con diversi, partendo dall’importanza di riconoscerci tra persone volenterose, valorizzando le iniziative di solidarietà e contrastando eventuali illusioni che gli stati democratici e l’UE, responsabili delle chiusure dei confini e dei respingimenti, possano trovare soluzioni, ma sentendoci parte dell’umanità in cammino e pensando a come le strade di solidarietà e accoglienza umana possano partire da noi.
2021-01-20