È caduto Bashar al-Assad, ultimo esponente di una dinastia di dittatori che ha martoriato la Siria per 50 anni. Comprensibile la soddisfazione di tanti a Damasco e in Siria per la fuga di un mostro che ha affogato nel sangue la rivoluzione della gente comune del 2011 svoltasi all’insegna della pacificazione, della dignità e della libertà. Assad, con l’appoggio della Russia e dell’Iran, e con silenzio complice delle democrazie occidentali, ha scatenato una terribile guerra civile che ha causato mezzo milione di vittime e milioni di profughi. A determinare la caduta del dittatore è stata l’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) che in soli 10 giorni ha conquistato militarmente le principali città del paese e, infine, Damasco. L’HTS è un’alleanza raccogliticciaLeggi Tutto

Milizie jihadiste guidate da Hayat Takrir al-Sham (HTS) hanno conquistato in pochi giorni Aleppo, la seconda città della Siria e stanno marciando alla volta di Damasco. L’HTS raccoglie diverse formazioni islamiste reazionarie, fino al 2019 era aderente ad Al Qaeda (con il nome di al-Nusra). Oggi è appoggiata dal regime turco di Erdogan che li usa anche contro il popolo kurdo. La rapida avanzata dell’HTS evidenzia l’inconsistenza delle forze armate del regime del boia Assad. Infatti, quest’ultimo è riuscito a sopravvivere sinora grazie alle truppe fornite dall’Iran, dalla Russia e da Hezbollah, ora però impegnati in altri scenari di guerra.Questa ulteriore tragedia per i popoli siriani affonda le sue radici negli avvenimenti seguiti al 2011. In quell’anno iniziò una straordinaria rivoluzioneLeggi Tutto