Il primo significato che un buon vocabolario dà di confidenza è: fiducia. Quella fiducia di cui abbiamo bisogno oggi più che mai per fronteggiare la pandemia e la psicosi che ha generato, cominciando nel presente la preparazione di un futuro migliore. Fiducia tra gente comune volenterosa e brava, tra colleghe e colleghi di lavoro o di studio, tra vicini e conoscenti, tra amici e persone care. Fiducia per salvaguardarsi a vicenda perché vanno bene i vaccini, ma le norme igieniche e di salvaguardia sono più che mai fondamentali, e dipendono innanzitutto da noi: governo e scienziati ne parlano poco e male perché non si fidano della gente. Solo ultimamente stanno dicendo, ma neanche tanto, che le mascherine Ffp2 sono uno strumento di protezione assai più efficace di quelle chirurgiche e hanno smesso di spiegare l’importanza del distanziamento sociale. D’altra parte i potenti decadenti com’è evidente non si fidano l’uno dell’altro: e Luca e altri dirigenti regionali si schierano, non senza qualche ragione, contro il governo centrale sulla chiusura delle scuole; gli scienziati si contraddicono tra loro sciorinando cifre ma curandosi assai poco di fornire una comunicazione sobria, chiara e utile. Non possiamo sostituirci a loro ma possiamo far crescere a fiducia tra noi, imparando a condividere le piccole e le grandi cose, affrontando l’emergenza cercando di conoscerci meglio, scoprendo che la verità di chi siamo e di ciò che ci circonda è sempre relativa alla concordia possibile tra punti di vista diversi e motivati e che concerne quello a cui aneliamo e che scegliamo, oltre a quello che sappiamo.
Confidenza significa anche spifferare un segreto o venirne informati: può sembrare una cosa da chiacchiericcio, ma invece talvolta è un passo coraggioso da compiere per imparare ad essere sinceri e leali meritandosi lo stesso atteggiamento da parte delle altre e degli altri.
Confidenza significa ancora familiarità, dimestichezza: quella che cerchiamo come compagne, compagni, amiche ed amici de La Comune e che è una conseguenza ed un alimento ulteriore della fiducia esistente tra noi: ci chiamiamo per nome e abbiamo la convinzione che il nostro impegno in un’ottica umanista socialista affondi radici e trovi motivazioni nel nostro tentativo agente e presente di essere più e meglio umani. Ci fidiamo di questa impresa insolita di cui siamo protagoniste/i, ne condividiamo i benefici anche nei sacrifici, ne sentiamo le radici autentiche e affermative e proviamo ad affrontarne i limiti. Vorremmo che questo principio di fiducia radicale fosse interpretato con coerenza e plasticità e che possa diffondersi positivamente. Cambiare e offrire la possibilità di farlo in comune implica anche questo tipo di confidenza.
Finalmente confidenza in statistica significa attendibilità di un’indagine, proviamo ad essere saggiamente cauti a riguardo: le statistiche sono stilate da esseri umani, in quanto tali sono fallibili a maggior ragione quando sono commissionate dai poteri oppressivi. Insomma preferiamo basarci innanzitutto sull’esperienza condivisa, sulla visione d’assieme che proviamo a farci della realtà cangiante della nostra specie, e sulla sorprendente esplorazione delle potenzialità psicofisiche degli esseri umani.
P.S. Sicuramente qualcuno trarrà da questo editoriale l’idea che siamo intimisti, ebbene in confidenza (che è un sinonimo di intimità) confessiamolo: è così perché crediamo con fermezza e determinazione, in chiave morale ed etica, che nella vita e nell’impegno bisogna conoscersi e conoscerci anche dall’interno e che “essere buoni, ecco l’essenziale!” come sostiene una nostra grande maestra: quella inguaribile intimista che si chiama Rosa Luxemburg.
La Comune
9 gennaio 2022