Escalation dei contagi e delle vittime per il Covid in India, ogni giorno un nuovo terribile record. Ora sono quasi 4000 i morti e più di 300.000 i contagi quotidiani ma, nell’immenso paese che conta più di un miliardo e trecento milioni di abitanti, queste cifre sono ampiamente al di sotto della tragica realtà. Il virus è la prima causa di questa sciagura, ma sono evidenti le concause umane. Il regime del fascistoide Modi all’inizio della pandemia si è vantato di mettere militarescamente il paese “sull’attenti” con una quarantena che ha colpito i più poveri privandoli dei mezzi di sostentamento. Poi ha irresponsabilmente allentato le misure per dare “respiro” all’economia e al PIL, pretendendo che il contagio fosse stato quasi “sconfitto”. Oggi per gli sporchi interessi dell’economia mancano sia i vaccini che l’ossigeno per i malati.
Proprio perché Modi e i suoi accoliti sostengono una ideologia reazionaria e razzista ultrareligiosa induista, avevano pretestuosamente attaccato la minoranza musulmana ritenendola responsabile della diffusione iniziale del Covid. Poi, ultimamente, hanno permesso si svolgesse per un mese intero e senza misure di sicurezza sanitaria una importante festa religiosa induista, il Kumbh Mela, che ha radunato milioni di persone sul Gange da tutto il paese diventando così un fattore di contagio enorme. Purtroppo quanto avvenuto in questo ultimo caso testimonia non solo il cinismo stragista del regime, ma rimanda anche alle irresponsabilità dal basso: milioni di persone hanno messo il proprio culto religioso al di sopra e contro la difesa della vita propria e altrui, dando una prova tangibile di cosa possa essere l’esercizio negativo di una libertà (di culto in questo caso), cioè in contraddizione con il bene comune.