Un tribunale tedesco ha condannato Anwar Raslan all’ergastolo per crimini contro l’umanità. L’uomo, responsabile di omicidi e torture, è stato a capo dei servizi segreti siriani, la spietata macchina tuttora in attività nelle cui carceri sono sparite oltre 100 mila persone. È una sentenza importante perché riconosce la colpevolezza di un gerarca di primo piano del regime che per dieci anni ha condotto e tuttora conduce una guerra spietata contro il suo stesso popolo, reo nel 2011 di aver dato vita ad una straordinaria e pacifica rivoluzione.
La condanna è il risultato del coraggio e della tenacia dei profughi siriani che lo hanno riconosciuto e denunciato e che a decine sono andati in tribunale per testimoniare.Nessun merito, invece, può essere attribuito alla democratica Europa che se per una volta ha aperto le porte dei tribunali, altre mille ha chiuso le sue frontiere: discriminati e spesso respinti, i profughi sirianirischianoperfino il rimpatrio da parte del governo danese, cioè di essere consegnati al boia tuttora al potere. Bisogna piuttosto denunciare la colpevole e ipocrita normalizzazione delle relazioni con la Siria di Assad che, in gradi diversi, coinvolge Usa, Europa, Stati arabi e perfino Israele.Dalla riapertura delle ambasciate fino alle visite di Stato ed allariammissione in organismi internazionali; da ultimo nell’Interpol, un possibile strumento in mano agli aguzzini per perseguitare gli oppositori anche all’estero.