Riceviamo e pubblichiamo una lettera ricevuta dalla redazione de La Comune e la risposta della redazione
Buon pomeriggio,
sono un vostro lettore nonché simpatizzante. Mi rivolgo a voi, di cui apprezzo la sensibilità nei confronti dei/lle protagonisti/e dei flussi migratori, per segnalare con viva indignazione l’omissione da parte del TG3 (edizione pomeridiana del 3 del c.m.) del naufragio nel mar Mediterraneo con un rilevante numero di morti o “dispersi” (tragico e ipocrita eufemismo), a fronte dei più di 5 minuti di apertura dedicati alla vittoria della nazionale italiana di calcio su quella belga. Se è purtroppo vera la vignetta di ieri sulla prima pagina de il manifesto a firma Lele Corvi: “Le morti in mare più che raddoppiate, lo stupore a terra più che dimezzato”, una buona parte di responsabilità è dei mass media. Se l’ultima osservazione è lapalissiana, me ne scuso.
Saluti fraterni e resistenti.
Firenze, 16 luglio 2021
Antonio Bernardini
Vergogna nazionale
Caro Antonio,
hai ragione! Ringraziandoti per l’apprezzamento espresso per La Comune, mi unisco a te nello sdegno per come la stampa italiana continua a trattare le vicende di migliaia di bambini, donne e uomini che vengono da lontano in cerca di un futuro migliore, specialmente in contraltare al profluvio nazionalista e tronfio che ha accompagnato la vittoria della nazionale di calcio ai campionati europei.
Da una parte, tv e giornali volutamente occultano, distorcono e negano la realtà umana di chi immigra su questa sponda del Mediterraneo (il poco spazio che si dedica è comunque riservato alla morte e non alla ricerca costante di vita che si esprime nell’emigrare e immigrare) e dall’altra c’è l’esaltazione irresponsabile e pericolosa di un vuoto e dannoso patriottismo pallonaro.
Le celebrazioni azzurre sono state smodate e strumentali: si sono improvvidamente violate tutte le norme che sarebbe stato giusto osservare in quest’epoca di pandemia. E così fra assembramenti, cortei, festeggiamenti – addirittura imposti pare dagli stessi giocatori contro il volere delle autorità – il contagio ha ripreso a volare. Ma tant’è: al padronale governo Draghi non è parso il vero di celebrare insieme ai calciatori, come per sancire un “rilancio” comune e vicendevole di politica e pallone. Peccato che per il banchiere di Palazzo Chigi questo avvenga sempre e comunque sulla pelle di lavoratori e lavoratrici, come dimostrano i contemporanei casi della GKN o della Gianetti Ruote, che hanno riempito le piazze per motivi ben più gravi.
Quindi Antonio, la tua rimostranza è per noi un invito a continuare sulla strada che stiamo intraprendendo, guidati in primo luogo dai nostri principali ispiratori e ispiratrici: provare a fare un giornale che guardi all’umanità e alle sue possibilità di riscatto, all’emersione umana che affronta l’inesorabile decadenza dei poteri oppressivi, al mondo e a chi lo attraversa in cerca di una vita migliore. Altro che ipocrite e pericolose fanfare tricolori!
Jacopo Andreoni