Una nuova regola del Comitato Olimpico, che andrà in vigore dopo le competizioni invernali di Pechino del 2022, ha stabilito che “gli atleti potranno scegliere di gareggiare nella categoria che meglio rappresenta il loro genere d’elezione”. Niente più test medici per verificare il “sesso” di appartenenza. Porte aperte a qualunque maschio che si senta donna. La stanno chiamando “inclusività” ma in realtà è il delirio dell’ideologia, di moda in questa epoca di decadenza, che cancella l’esistenza delle differenze tra i generi e con esse qualunque fondamento naturale e biologico dell’essere umani. Non è in campo solo la difesa del diritto delle atlete donne di competere con avversarie in base agli stessi parametri fisici (come rivendica da anni la campionessa di tennis Navratilova). Si gioca una partita molto più ampia: se si negano le prerogative dei due generi che costituiscono la specie umana si nega l’origine femminile della vita e la possibilità di migliorarsi riconoscendo le peculiarità più benefiche di questa matrice comune.
2021-11-23