Strage al largo della Calabria
Gli stati condannano a morte gli immigrati

Circa 250 sono questa volta le persone coinvolte nel naufragio. Di queste, un’ottantina sono state salvate e già oltre 70 sono i corpi recuperati, tanti altri risultano dispersi. Sentiamo dolore per i  tantissimi bambini, donne e uomini, morti ancora una volta in mare. Siamo con i sopravvissuti, che meritano una vita degna: vanno salvati e accolti.

Siamo indignati contro chi governa che, mentre compartecipa alle guerre nel mondo, impedisce a chi fugge di salvarsi. La gente a bordo del barcone distrutto dalla furia del mare – già avvistato da Frontex il giorno prima – proveniva da Afghanistan, Iran, Pakistan, ed era partita dalla Turchia, luoghi martoriati da violenze enormi e tragedie immani. Diciamo basta all’ipocrisia di chi governa che è primo responsabile di queste morti. I trafficanti di esseri umani si combattono permettendo alla gente di spostarsi liberamente, non bloccando i soccorsi. Il resto è solo propaganda ignobile. È vergognoso che il ministro Piantedosi accusi le vittime del naufragio di aver messo in pericolo i propri figli. La gente che prende le navi scappa da guerra, sete, fame, terrorismo (in gran parte generati dagli stessi stati occidentali), e sa che rimanere dov’è significherebbe morire e far morire i propri figli, per questo si trova costretta a partire.

In questa tragedia, vi è anche l’effetto della politica razzista del governo Meloni: il decreto che blocca le navi delle ONG nei porti incrementa queste tragedie.

Di fronte a tutto questo identifichiamoci come esseri umani e uniamoci tra gente volenterosa, gente impegnata nella solidarietà, gente di sinistra.

Rompiamo il silenzio, in nome di un buon senso dell’umanità schieriamoci e impegniamoci assieme per fermare questa barbarie.

BASTA STRAGI IN MARE

Contro il governo razzista che attacca le libertà e la solidarietà
Piena accoglienza a tutti/e profughi e immigrati
Ritiro del decreto contro le ONG