Un avanguardia coraggiosa nelle piazze
Alcune migliaia di persone hanno dato vita in oltre 45 località alle manifestazioni promosse dall’appello della “società della cura” con l’adesione di tante realtà. Un’avanguardia coraggiosa di insegnanti, personale sanitario, volontari, lavoratori e lavoratrici, di giovani e di gente generosa e solidale ha voluto esprimere in sicurezza l’esigenza di unirsi per affermare il diritto alla cura e alla salute per tutte e tutti.
Si sono unite diverse associazioni di volontariato grandi e piccole, sindacati di base, tanti comitati, gruppi di aiuto solidale e tante altre realtà rispettandosi nelle differenze. Le piazze sono state attraversate dall’emozione di potersi reincontrare: tante persone era da tempo che non si incontravano e vedevano insieme. Si è avvertita l’esigenza di confrontarsi, conoscersi e ricercare una strada di convergenza. E’ un piccolo segnale d’avanguardia che vale la pena coltivare e cercare di far crescere pazientemente rifuggendo da scorciatoie e ansie rivendicative contingenti. La presenza nei presidi è stata condizionata per le difficoltà di spostamento specie nelle zone rosse. E’ significativa la scelta de La Comune a Milano che– per dare un segnale di incontro rispettando le misure di sicurezza – ha convocato 4 presidi, autorizzati dalla questura anche se con una presenza limitata di 10 persone per ognuno. A Roma in piazza del Popolo qualche centinaio di persone ha animato l’intera mattinata con gli insegnanti che hanno svolto lezioni in presenza, con le performance dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo e poi un assemblea. A Firenze si è svolto un presidio davanti alla stazione Santa Maria Novella, a Palermo di fronte al teatro Massimo. A Napoli c’è stata un’assemblea nel popolare rione sanità, a Genova si è manifestato in piazza de Ferrari. Poi Bologna, Torino, Brescia e molte altre città e in diverse si è scelto di trovarsi di fronte agli ospedali. La Comune ha aderito e partecipato portando il proprio contributo nella convinzione di battersi perché queste mobilitazioni siano solo l’inizio di un percorso di unione solidale dando continuità all’esperienza che era cominciata con il Forum Indivisibili e Solidali.