Mafia, fascisti e Stato
Le verità (non tanto) nascoste

La perquisizione della Direzione antimafia nella redazione di Report e nell’abitazione dell’inviato della trasmissione Paolo Mondani, a cui va la nostra solidarietà, e il conseguente sequestro di pc e telefonini (“provvedimento poi revocato dopo una giornata di proteste” Corsera), sono gli ultimi
atti di una vicenda – l’indagine sulla strage di Capaci – che è, come molte altre, emblematica delle trame occulte che hanno attraversato la storia dello Stato italiano. Una strage di mafia, con la probabile complicità di gruppi neofascisti e i depistaggi, le collusioni e le interferenze di apparati statali.
Nella fattispecie, la perquisizione contro i reporter di Report – intimidatoria nei modi e nei tempi, visto che la perquisizione avvenuta pochi giorni dopo la messa in onda del servizio La bestia nera, pur essendo stata decisa già prima – sarebbe stata effettuata per una possibile fuga di notizie in merito a nuove inchieste della stessa antimafia, ma si ha la sensazione che possa comunque rappresentare una sorta di silenziatore all’opera di un gruppo di giornalisti che ha scoperchiato legami fra mafia e estremismo nero, certo prevedibili ma ancora non indagati. A riprova di trame profonde che sono organicamente e storicamente costitutive dello Stato democratico tricolore e che, perciò, le inchieste giornalistiche e giudiziarie, per quanto coraggiose, non possono completamente svelare.