Rinnovare il bisogno del bene: proprio adesso è fondamentale quando la guerra infuria vicina, irrazionale, feroce. Ritrovare e rafforzare le ragioni sentimentali della vita, la coscienza umana più profonda che può diventare cultura dell’essere assieme: nulla è più attuale, nulla più concreto.
Logiche del bene sono quelle che avvertiamo nei corpi e nelle menti: siamo persone inseparabili da altre persone, donne ed uomini in relazione tra loro, associati per scoprire e praticare le capacità di conoscerci, di educarci, di intenderci, di sceglierci, di scambiarci e di cambiarci a vicenda, di collaborare e cooperare, di sostenerci mutuamente, di solidarizzare, di empatia e simpatia, di amicizia ed amore. Soggetti attivi del supremo bene condiviso: la vita e la vivibilità.
Logiche di guerra invece separano gli uomini dalle donne, perché queste, nella loro stragrande maggioranza, si sottraggono sagge, coraggiose e spaventate: cercano di proteggere il bene supremo cominciando dall’infanzia. Mentre la furia bellica travolge anche i bambini ignari che si affacciano alla vita: periscono senza saperlo o rimangono feriti nell’anima. Maschi adulti fanno la guerra: individui soli, spersonalizzati come non mai, eppure inquadrati, ammassati, continuano a sperare nei commilitoni mentre sparano a nemici ignoti; tra le loro ricompense è previsto lo stupro: estrema offesa alla vita. E si continuano a domandare, colpevoli e vittime ad un tempo, che cosa vuol dire uccidere senza trovare risposte né consolazioni – nella distanza tra l’arma e i bersagli, nell’estraneità delle prede – agli orrendi crimini perpetrati.
Proprio adesso è il tempo del pensiero profondo e comune per ergersi più forti delle bombe. Pensiero forte per conquistare una visione d’assieme di cui abbiamo bisogno vitale, senza perderci o confonderci nei particolari di cui ci subissano. Memoria profonda della capacità di vita, di resistenza, di reazione alla morte e ad un tempo memoria della furia bellica costante di tutti gli Stati: tra loro non ci sono i buoni, solo, raramente, i meno peggio. Sentimenti morali ed etici da condividere, praticare e diffondere con sincerità e lealtà alla ricerca del bene comune, frutto di scelte libere, del riconoscimento della vera bellezza della vita, della giustizia da fondare assieme. Il coraggio e il potere benefico di cercare e vivere la felicità assieme può essere più forte della paura della guerra.
Le guerre non finiscono: nel loro mondo è così da millenni dappertutto. In contemporanea a questa molte altre infuriano, dopo seguiranno altre ancora per cielo, terra, mare, nelle aziende e nei mercati, nel web, nelle metropoli, contro le donne, i profughi, gli immigrati, i diversi, i più deboli, finché domineranno gli Stati oppressivi. Ma la vita e la sua logica sono più tenaci, hanno una storia più lunga, più bella e più ricca, fatta di incontri, di accoglienza, di contaminazioni positive, di pacificazione, di dialogo, di azione umana benefica costantemente ricercata e vissuta. Applichiamola, difendiamola, sosteniamola con le persone volenterose questa logica del bene contro la guerra, uniamoci e battiamoci dentro questa società contro le guerre che l’avvelenano per essere diversi, migliori in comunanza.