Piacenza, 24 Marzo 2021, una studentessa rientra a scuola dopo aver scelto di interrompere una gravidanza, trovando nei corridoi di accesso alla sua aula una serie di cartelli contro l’aborto pieni di immagini e frasi accusatorie che rimandano alla morte e puntano ad insinuare il senso di colpa. Senso di colpa che, evidentemente, secondo gli autori di questo gesto, ogni donna dovrebbe provare per aver esercitato la sua libertà di scelta. La notizia si è diffusa grazie alla coraggiosa reazione della giovane e di alcune sue compagne e professoresse che hanno reagito assieme a lei. Alcune ragazze hanno immediatamente espresso solidarietà verso la propria compagna e indignazione verso i bulli. Questi codardi invece, senza uscire allo scoperto, hanno appeso altri cartelli tentando di sminuire il vergognoso gesto, appellandosi all’ironia. La giovane donna ha replicato con forza: “Mi piacerebbe incontrare chi è stato[…]Non cerco vendetta, io non voglio far male a nessuno. Da questa storia vorrei che venisse fuori qualcosa di buono, vorrei aiutare chi ci passa, fare un progetto per sensibilizzare i miei coetanei a non affibiare etichette a chi abortisce come fosse una poco di buono. E’ un fatto difficile, ma le ragazze e le donne devono essere libere di scegliere e io non mi vergogno”.
Esprimiamo con grande forza la nostra solidarietà e vicinanza a questa coraggiosa sorella che, nonostante la gravità delle offese ricevute, continua ad affermare e difendere il valore della libertà di scelta per sé e per tutte le donne.
Nonostante siano trascorsi oltre 40 anni dall’approvazione della legge 194, ottenuta grazie alle lotte delle donne, ancora oggi è necessario difendere con forza il diritto delle donne di scegliere di fronte ai vergognosi attacchi patriarcali. Attacchi che arrivano dagli Stati, che continuano a legiferare sulla pelle delle donne, non meno che dalle destre reazionarie che ipocritamente fingono di difendere la vita e, purtroppo, anche da quella parte della società che fa propri ed alimenta questi disvalori. Attacchi alla libertà delle donne arrivano anche dal sedicente femminismo delle pseudo-teorie queer che, in nome di una libertà negativa nel fare ed essere ciò che si vuole, vorrebbero innanzitutto impedire alle donne stesse di potersi riconoscere come tali.
Sappiamo quanto, per difendersi da questi attacchi ed affermare la nostra libertà, sia necessario, benefico e vitale unirsi fra donne e noi lo stiamo sperimentando nella costruzione dei Collettivi “Dipende da noi donne”, ambiti di conoscenza, vicinanza e sostegno in cui affermare assieme il valore della nostra libertà come possibilità di vita migliore per tutte e tutti. Libertà di scegliere come vivere la nostra sessualità, chi e come amare, se e come avere figli biologici. Libertà intesa come la possibilità di esprimere la nostra forza creativa in tutti gli aspetti della vita, di identificarci nel nostro genere, matrice della vita tutta.