le svastiche ucraine

Le mobilitazioni europeiste del cosiddetto EuroMaidan del 2014 che misero fine al governo filo-russo di Janukovich furono acclamate dalle cancellerie europee e in Usa e celebrate dalla stampa occidentale.
I leader politici ucraini furono accolti a braccia aperte, legittimati e foraggiati ovunque. Dal versante russo avveniva esattamente il contrario. Oggi Putin ha definito la sua guerra criminale come una “operazione speciale per la denazificazione”: bieca propaganda che si basa però su fatti reali.
Infatti, il cambio di regime del 2014 è stato possibile soprattutto per una nutrita manovalanza di formazioni paramilitari neonaziste. Coloro che inneggiano oggi a Zelensky “contro la tirannide”, hanno occultato sin da allora la verità: la piazza Maidan era colma di bandiere rosso-nere del movimento/partito neonazista Pravi-Sektor a cui sono legate molte personalità del governo e della politica in Ucraina. Dopo il 2014 il governo ha integrato nell’esercito ucraino le formazioni di volontari paramilitari del Pravi-Sektor: i battaglioni Aidar, Azov e Donbass responsabili di crimini, torture ed esecuzioni sommarie della popolazione civile russofona del Donbass e del Lugansk.
In particolare, l’Azov – fondato da Andriy Biletsky, il “Fuhrer Bianco” – rivendica la XIV divisione Galicia delle Waffen-SS, ne usa la simbologia runica e dal 2015 è diventato il Reggimento Operazioni Speciali Azov, dotato di mezzi corazzati e addestrato da istruttori Usa e della Nato. Nonostante il governo ucraino abbia sempre escluso indagini al proposito esistono numerosi rapporti di Ong internazionali per i diritti umani che documentano uccisioni di massa e l’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica.
Nel 2015 tutti i gruppi neonazisti sono confluiti nella “Milizia Nazionale” a cui oggi arrivano le armi da Usa e dai governi europei ed alcuni degli esponenti sono acclamati dalla stampa europea come eroi della resistenza, come l’ex pugile sindaco di Kiev, noto razzista e omofobo. L’Ucraina è uno Stato ultranazionalista, punto di riferimento e di addestramento dell’estrema destra e dei neonazisti di tutto il mondo, soprattutto americani.
Le pulizie etniche antirusse dei battaglioni ucraini neonazisti avvenute prima di febbraio nel Donbass e Lugansk non devono essere dimenticate: sono 14.000 vittime (in gran parte civili, donne, bambini e anziani) che ci dicono di quanto il governo ucraino abbia le mani sporche di sangue e delle complicità dei governi in Europa e Oltreoceano.