Incidente della funivia sul Mottarone
Il profitto contro la vita


Non è stata una tragica casualità. Per l’incidente sulla funivia del Mottarone dove hanno perso la vita 14 persone, di cui due bimbi, stanno emergendo precise responsabilità. La procura di Verbania ha disposto la notte scorsa tre arresti: l’amministratore della società che gestisce la funivia, il direttore del servizio e il caposervizio. Nei sopralluoghi di questi giorni, infatti, è emersa una realtà aberrante: i freni della cabina precipitata sono stati volontariamente manomessi.
Le cabine delle funivie sono generalmente rette da due cavi. Quello trainante – che “tira” la cabina per farla salire – a Mottarone si è spezzato domenica scorsa a pochi metri dall’arrivo alla stazione alta, per ragioni ancora da accertare. L’altro cavo, quello portante – che regge il peso della cabina – ha resistito, ma la cabina è scivolata all’indietro proprio su questo cavo fino a schiantarsi sul pilone. Ogni cabina è munita di due freni di emergenza proprio per evitare questo slittamento. Ebbene in entrambi i freni erano stati posti volontariamente i cosiddetti “forchettoni” che impediscono alle ganasce di funzionare. Le tre persone arrestate hanno ammesso che per aggirare dei malfunzionamenti che la manutenzione non aveva risolto, e quindi evitare ulteriori interruzioni del servizio, si è scelto di rendere inattivi i freni d’emergenza. Criminali e glaciali ragioni di profitto quindi contro la semplice ed elementare salvaguardia della vita.
Eitan, 5 anni, è l’unico sopravvissuto alla tragedia. Ricoverato all’ospedale di Torino oggi ha riaperto gli occhi. Incarna la forza della vita, il nostro bene più prezioso. Difendiamola con sempre più determinazione contro ogni vorace e avida logica mortifera che impregna questi tempi.