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Musa Balde, giovane guineano di 23 anni, è stato spinto al suicidio da un
inaudita violenza razzista. Il 10 maggio a Ventimiglia 3 persone lo hanno
aggredito bastonandolo, prendendolo a pugni e calci, lasciandolo a terra
ferito. Questi tre criminali sono stati identificati, ma rilasciati poco dopo
dalla polizia. I poliziotti, dopo che Musa è stato dimesso dall’ospedale con
un prognosi di 10 giorni, lo hanno portato e rinchiuso nel Cpr (centro di
permanenza e per il rimpatrio) di Torino perché sprovvisto di documenti.
Musa si è ritrovato così in un carcere, bloccato e isolato in un reparto con
l’angoscia di essere espulso. Di fronte alla disperazione per il rimpatrio e
ai segni della violenza subita si è suicidato nella notte di sabato 22 maggio.
Questa drammatica vicenda ci scuote umanamente. È un’espressione della
sistematica violenza razzista dello Stato e dei diversi governi che si sono
succeduti. È un allarmante segnale della cattiveria diffusa presente in una
società in disgregazione. Per lo Stato i criminali che hanno usato violenza
contro un altro essere umano sono liberi, mentre una persona per il solo
fatto di essere senza documenti è stata colpevolizzata, rinchiusa e indotta a
togliersi la vita per la disperazione.
Questa è la loro disumanità! Questa è la loro in-giustizia!
Si può e si deve reagire! È il momento di unirsi per difendere la vita e la
nostra umanità, per sviluppare la solidarietà, l’accoglienza, la convivenza
per migliorare la vita di tutti.
Rompiamo il silenzio e la passività: chiamiamo chi ha a cuore l’umanità, la
gente solidale e le forze antirazziste, le realtà organizzate, i fratelli e sorelle
immigrati e le loro comunità ad unirsi per reagire e mobilitarsi.
Uniti e solidali contro ogni razzismo
per l’accoglienza e la libertà dei fratelli e sorelle immigrati
25 maggio 2021