Care e Cari,
Siamo educatrici/tori e insegnanti de La Comune impegnati sin da aprile contro la digitalizzazione della didattica perché pensiamo che la scuola debba essere in presenza, al sicuro e finalizzata a far crescere e a diventare persone migliori i nostri allievi e noi con loro. Un obiettivo questo che la scuola di Stato non può onorare e per cui crediamo che la scuola andrebbe reinventata dalle sue fondamenta.
Con la mancata e/o rimandata riapertura delle scuole e il conseguente prolungamento dell’utilizzo della didattica digitale e l’evidenziarsi del suo nefasto effetto su giovani e bimbi, oltreché su tutti noi, abbiamo deciso di cercare tutte le strade possibili per evitare la DAD/DID, lanciando una vera e propria campagna “Contro la DAD per la libertà di insegnamento”. Abbiamo pensato di animare le prime iniziative in questo senso in occasione della
Giornata della Memoria traendo le migliori lezioni da quel passato per affrontare insieme il complicato presente e guardare con fiducia al futuro. Sì, fiducia! Perché possiamo leggere pagine straordinarie di solidarietà, cura e attenzione che animarono persone comuni nell’uscire dal comune e dall’indifferenza comune. Non sottovalutiamo né ignoriamo quanto il male di molti e l’indifferenza dei più sono state motivo di sofferenze immani, anche perché ne ritroviamo terribili tracce anche oggi sui visi di adulti, bimbi e tante donne che fuggono dai loro paesi alla ricerca di una vita migliore e a cui viene riservato durante il viaggio e nei paesi di arrivo un trattamento disumano. Ma è ai volenterosi che vogliamo volgere lo sguardo: salvarono migliaia di persone, grandi e piccine, anche e spesso a costo della loro stessa vita, vogliamo conoscere e insegnare meglio la loro ricerca di bene per riconoscere e approfondire la nostra. Per farlo abbiamo bisogno di empatia tra di noi e per quei protagonisti, perciò abbiamo bisogno dell’incontro in presenza con i nostri alunni! Vogliamo pensare insieme ai libri migliori per un buon uso della memoria, noi ne abbiamo due speciali da consigliare – “Eroi, traditori e complici nell’inferno nazista” e “Gli eroi di Varsavia. Resistenza e rivolta nel Ghetto (1939-1943)” di Fabio Beltrame, editi da Prospettiva Edizioni – , vogliamo capire insieme quali film e quali immagini siano le migliori per un buon utilizzo dell’immaginazione. Vogliamo ricordare il bene per imparare meglio da che parte stare, interrompere il circuito di passività e indifferenza crescente, che si alimenta voracemente anche dell’utilizzo delle tecnologie leggere. Se sei interessata o interessato scrivici alcentrolerelazioni@gmail.com e seguici su www.lacomune.org.
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Come insegnanti, educatori e educatrici, lavoratori e lavoratrici nella scuola de La Comune abbiamo avvertito il bisogno di reagire alla disumanizzazione provocata dalla cosiddetta “didattica” a distanza, abbiamo redatto questo testo proponendoci di farlo conoscere e sottorscrivere a quante/i, tra le persone che lavorano nella scuola, lo condividono.
Viviamo ormai da settimane la situazione eccezionale e drammatica dovuta all’epidemia del coronavirus: le lezioni sono sospese da molte settimane, noi e le/i nostre/i studentesse e studenti, grandi e piccine/i, siamo chiuse/i nelle nostre case. Il Miur, dopo un balletto di mini-proroghe e circolari, ha emesso l’8 aprile un decreto che presenta molti e seri problemi di legittimità. I poteri speciali conferiti al Ministro della Istruzione vengono impiegati per violare il contratto di lavoro e i diritti di chi nella scuola ci lavora, oltre a conferire validità alle delibere di riunioni on line, e per rendere arbitrarie le modalità relative ai processi di assunzione e regolarizzazione del personale.
Ma il nocciolo nero del testo, nascosto dalla struttura anomala che mette insieme la fine di quest’anno e l’avvio del prossimo e da formulazioni fumose e ambigue, è l’imposizione della cosiddetta “Didattica a Distanza”. Come sin da subito diversi insegnanti hanno coraggiosamente denunciato, questa modalità, che comunque ha lasciato escluse/i più di una/o studentessa e/o studente su tre (al sud quasi uno su due), è assolutamente peggiorativa rispetto alla già problematica didattica dei tempi ordinari.
Il rischio molto concreto è che con questo decreto si apra la strada a rendere la “didattica” on line uno strumento equiparabile alla insostituibile didattica in presenza, perciò qualcosa di strutturale e a cui poter ricorrere in tempi non emergenziali. La digitalizzazione della scuola, obiettivo dichiarato da tempo dai giganti del web, va denunciata e respinta sin da ora perché rappresenta una minaccia disumanizzante molto grave da un lato allo sviluppo e alla crescita di bimbe/i e ragazze/i e dall’altro al lavoro di docenti ed educatrici/ori che, in condizioni sempre più precarie e impoverite assolvono un ruolo fondamentale.
Il percorso educativo-didattico si dovrebbe basare, diversamente modulato a seconda dell’età, sull’insostituibile presenza e prossimità dell’altra/o e del gruppo, dell’adulto di riferimento e delle/i propri pari, relazioni e ambiti umani fondamentali per la scoperta e la sperimentazione (o l’attivazione) dei propri sensi primari, della propria e altrui fisicità, e la piena emersione e affermazione di facoltà cognitive e sentimentali, imparando a star bene con le altre e con gli altri, conoscendosi e rispettandosi reciprocamente.
L’imposizione della didattica a distanza nega questi e altri aspetti decisivi nell’apprendimento, apre un varco senza precedenti nella vita di milioni di famiglie alla realtà virtuale e ai suoi strumenti, trasforma insegnanti ed educatrici/ori in meri e isolati operatrici/ori telematici, che somministrano e verificano istruzioni e nozioni, le/ gli alunne/i in esecutici/ori di test e fruitrici/ori di video e materiale on line. Come è stato da tempo provato dai neuro-scienziati più onesti e dall’esperienza delle/gli educatrici/ori più accorte/i, schermi digitali, giga e wifi somministrati quotidianamente e in larghe dosi rappresentano una minaccia alla salute psicofisica e sono un pericolo disumanizzante per tutte/i, in particolare per le/i più piccole/i.
Un decreto pericoloso, uniamoci per ottenerne l’immediato ritiro. Oggi il distanziamento fisico tra le persone è necessario per fronteggiare l’emergenza. La scuola che vogliamo è in sicurezza e con creatività per stare vicini a bimbe/i e ragazze/i, sempre in relazione: una scuola in cui vivano la crescita di ciascuna/o e insieme alle/gli altre/i, le relazioni di rispetto, il sostegno, la cura e la cooperazione, la libertà di insegnamento e la dignità di chi ci lavora. Se condividi questo appello puoi sottoscriverlo e farlo conoscere alla mail: alcentrolerelazioni@gmail.com e farlo conoscere, scaricalo qui
15 aprile 2020
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