finanza immorale
chi lucra sui conflitti

In questi mesi stiamo subendo un’impennata vertiginosa dei prezzi dei beni di prima necessità: pane, pasta, frutta, verdura, bollette energetiche. È la diretta conseguenza dell’aumento dei costi di produzione e del trasporto causati dagli aumenti vertiginosi dei prezzi dei prodotti energetici: petrolio, metano e quindi l’energia elettrica che viene prodotta nelle centrali alimentate con questi combustibili. La vita quotidiana della gente comune diventa perciò ogni giorno più difficile e faticosa. Salari e pensioni valgono sempre di meno, falcidiati dall’inflazione che ha cominciato a galoppare senza freni.
Ma cosa sta causando tutti questi aumenti? C’è forse meno gas o meno petrolio di prima? No, anzi, la loro quantità sul mercato mondiale è addirittura aumentata. Questo impazzimento dei prezzi delle materie prime è provocato dal gioco d’azzardo che si svolge nei mercati finanziari che, in questo frangente, hanno scommesso e continuano a scommettere sulla guerra tra Russia e Ucraina e sulle sue conseguenze. Rispettabili uomini e donne, ma soprattutto uomini in giacca e cravatta, hanno sperato e perciò scommesso che la guerra si sarebbe verificata e quindi, paventando forti difficoltà di approvvigionamento di petrolio, metano, granaglie e metalli, hanno cominciato a comprare titoli, pezzi di carta e, ancor di più, stringhe digitali che attestano la proprietà di quote di futures (potenziali guadagni futuri) di materie prime, acquistando virtualmente quantità di prodotti per gran parte inesistenti drogando così il mercato e i prezzi.
Quel mercato che i devoti sacerdoti della religione del liberalismo economico hanno eletto a regolatore intoccabile e infallibile dell’economia. Operatori economici cinici e spietati che facendosi scudo delle regole di una società in disfacimento ritengono legittimo arricchirsi, senza lavorare, speculando sulle sventure altrui. In questi anni hanno sperato e scommesso sulla fame nel mondo spingendo in alto i prezzi del cibo come sul fallimento di alcuni Stati come la Grecia, Cipro e Portogallo nel 2010. Assomigliano agli avvoltoi, senza offesa per quei degni e utili animali, che si aggirano sulle bestie agonizzanti in attesa di spolparle fino alle ossa. Il mercato finanziario è sempre più una realtà immorale che lucra su qualsiasi cosa, protetta dal tabù del libero scambio, religiosamente rispettato da tutti gli Stati che si guardano bene dall’intervenire per fermare lo scempio. È un male che alligna e dilaga anche tra le persone comuni di tutte le età che con il trading online sul web, attraverso pc, tablet e smartphone, vengono invitate al saccheggio, nel quale di solito sono destinate a fare la parte del bottino.
Stiamo quindi subendo aumenti ingiustificati dei costi della vita, basati sulle potenzialità e la fattualità della guerra su cui gli operatori finanziari cercano costantemente di speculare insieme alle grandi compagnie di commercio e produzione. Una costante guerra parallela della quale nessuno parla o sembra scandalizzarsi.