Ciascuno/a di noi può sentire la responsabilità della propria vita, percependo che rimanda a quella di chi e cosa ci circonda. Dei nostri cari, amici, colleghi; della natura che ci ospita. Una possibilità di crescita individuale e non di chiusura individualista che comporta il riconoscimento dell’irresponsabilità e delle colpe di chi distrugge le risorse del pianeta e lucra sulle esigenze di cura conducendoci alla situazione in cui siamo.
Possiamo cercare il coraggio e il protagonismo di noi con le (e nelle) persone più prossime, quelle con cui costruire relazioni scelte nutrendole/ci di scambio, conoscenza, unione più profondi. Amici, compagni, amori, di una vita o nuovissimi; che conoscono e convivono il nostro mondo interno o cominciano a farlo, e noi il loro. Con cui condividere idee, non solo esperienze, e poter commisurare scelte e ricerca di valori, non solo bisogni e abituale quotidianità. Con cui sperimentare la ricerca di una reciprocità espansiva che lenisca ansie e paure suscitate dal bombardamento di emozioni negative a cui siamo sottoposti potendo scoprire risorse interiori durevoli, non solo cercando rassicurazioni momentanee. Con cui assaporare il bene di una sentimentalità riflessiva e di una riflessione sentimentale che possano aprirsi sul mondo in una libertà positiva che non troviamo nei rapporti canonici prescritti dall’alto e spesso supinamente accettati.
Si può sapere di sé, dell’altra/o, del noi; sapere chi e come possiamo essere insieme per dare vita a nuove comunanze vincendo l’ignoranza indotta nella società di estranei che ci espone a rischi maggiori perché frana e finisce in un tutti contro tutti a cui sottrarsi. Su queste macerie non si può costruire. Serve ripartire dall’inizio, da chi siamo e vogliamo essere come persone, nelle possibilità relazionali, nelle scelte e nelle prospettive comuni per cercare l’affermazione piena delle nostre vite che cambiano e migliorano. Con impegno, inciampi e soddisfazione nel riconoscere e cercare la nostra umanità più piena e la vita tutta intera da amare e di cui cominciare a fare cultura, e possono discenderne anche regole da inventare e imparare insieme.
Indossare le mascherine e curare il corpo e lo spirito sono conseguenze dell’imparare a scegliere cosa ci fa bene e cosa no. Possiamo educarci ai molteplici rischi che perdurano per fronteggiarli e andare oltre: noi non cominciamo da oggi ma oggi è, anche, un nuovo inizio.
16 maggio 2020
La Comune