E se domani, dopo precauzioni e cure ci sentissimo fiduciosi e cresciuti?
E se domani, dopo aver tenuto accuratamente le distanze scoprissimo un nuovo significato di vicinanza?
E se domani, dopo la costrizione fisica e la mortificazione (senti)mentale, riassumessimo la nostra interezza psicosomatica?
E se domani, passata l’emergenza ci accorgessimo che questa normalità non ci piace affatto perché ci sentiamo eccezionali?
E se domani, dopo averle tenute correttamente togliendoci le mascherine imparassimo con rinnovato rispetto a guardarci negli occhi?
E se domani, dopo averli evitati per necessità incontrassimo gli altri per benessere reciproco?
E se domani, dopo le emozioni negative dettate dalla paura, riscoprissimo e riflettessimo su quelle positive che ci danno il coraggio di vivere?
E se domani, dopo il vaccino anticovid ci inventassimo un vaccino contro l’inerzia e la solitudine?
E se domani, dopo aver patito lontananza dalle persone care, imparassimo a coltivare i sentimenti relazionali con più calma e profondità?
E se domani, dopo la freddezza dello schermo ci immergessimo nel calore dell’educazione suscitante in presenza?
E se domani, ma cominciando subito approfittassimo del nostro tempo per esplorare la meraviglia della lettura e dello studio quali supporti della nostra conoscenza e coscienza?
E se domani, dopo la clausura forzata reinventassimo la bellezza di uscire e poi tornare a casa?
E se domani, dopo cassa integrazione e chiusure tornassimo a un lavoro più nostro, guardandoci da padroni e governi?
E se domani, dopo la diffidenza pervasiva considerassimo con più fiducia le diversità umane di ogni tipo?
E se domani, dopo tante chiacchiere televisive e giornalistiche riconoscessimo che empatia non è solo una bella parola, ma una nostra capacità e che la simpatia può farle seguito?
E se domani, dopo le separazioni sentissimo più forte la spinta vitale alla cooperazione?
E se domani, dopo i frutti di cui potremmo aver beneficiato riconoscessimo più chiaramente che la solidarietà praticata e ricevuta è un bene prezioso?
E se domani, dopo qualche misera tentazione egoistica, scegliessimo ancor più radicalmente la nobile vocazione altruista?
E se domani, dopo gli assembramenti vietati cercassimo il riunirci consapevole?
E se domani, dopo l’orgia dannosa di una società di estranei provassimo ad inebriarci nel costituire collettività libere di cui siamo protagonisti?
E se domani, dopo averne visto le debolezze ci soffermassimo sulla forza potenziale della nostra specie, cominciando dal suo genere primo e dall’urgere infantile?
E se domani, dopo la costrizione della creatività, ci convincessimo a reinventare la nostra umanità, scuotendo gli indifferenti, isolando i retrivi, cercando i volenterosi?
E se domani, dopo l’inerzia forzata, riprendessimo l’iniziativa e rinnovassimo il protagonismo?
E se domani, dopo l’inevitabile sospensiva riaccendessimo la memoria e non ci facessimo più ingannare da un governo estraneo e da un’opposizione che è anche peggio?
E se domani, dopo aver troppo smanettato ritrovassimo o scoprissimo il piacere di un’informazione più diretta, attiva, positiva, selettiva e critica?
E se domani, dopo tutto rifondassimo l’impegno per essere persone migliori, per costruire relazioni libere e alternative, per creare comunanze benefiche alla ricerca di una felicità possibile?
E se domani, e sottolineo se, arricchissimo sul serio una nuova idea della vita assieme… probabilmente ci accorgeremo che già da oggi va meglio.
14 novembre 2020
Editoriale La Comune n°367