Dopo la morte al lavoro di Sebastian

Tra sfruttamento e tecnologia: la vita non conta

Sentiamo la vicinanza con Sebastian Galassi, l’ennesimo giovane lavoratore morto sul lavoro, ed esprimiamo ai suoi cari la nostra più piena solidarietà. Sebastian era un rider della Glovo, morto sul lavoro, mentre percorreva le vie di Firenze per una consegna, vittima di un incidente stradale.

Vogliamo reagire sentimentalmente, umanamente e praticamente ad una morte assurda, e ai suoi mandanti: potenti, politici, multinazionali e padronato. E ad una tecnologia che attraverso un software aziendale, comunica alla famiglia il licenziamento di Sebastian il giorno dopo per “mancato rispetto dei termini e condizioni”. Sono angherie, ingiustizie, prepotenze, mortificazioni e ricatti che queste, e tante altre, persone che lavorano provano ogni giorno. La tecnologia è sempre più supporto e facilitazione di accumulo sfrenato e incontrollato di enormi ricchezze in mano di pochi.

Reagiamo non sottacendo la verità su questo mix mortifero tra tecnologia al servizio del profitto selvaggio e del controllo, sfruttamento straripante e lavoro precario o nero. È una miscela oppressiva che significa contratti capestro e truffaldini, attraverso i quali nei fatti continua il cottimo e il lavoro nero sotto altre forme. Così, avvalendosi di sindacati compiacenti, della politica sempre più corrotta e purtroppo del silenzio di tanta gente comune, continua la schiavitù moderna.