Distanziamento sociale: quanto pesano queste due parole? Dover mantenere le distanze fisiche a causa della pandemia sta condizionando, in un modo o in un altro, l’affettività più intima, la socialità diffusa, i rapporti con gli altri. Nelle case, la prigionia dello smart working o della smart (dis)education alimenta l’isolamento già presente nelle società di estranei in cui viviamo, e i primi a farne le spese sono le donne e i bambini nella convivenza forzata con un patriarcato in crisi ma non meno pericoloso. Il distanziamento sociale diventa isolamento sociale.
E adesso gli oppressori di ogni risma strillano del ritorno alla normalità: cercano di tenere assieme i pezzi di una società disgregata fatta di rapporti coatti, di individui sempre più soli e allo stesso tempo massificati. Si propagandano le vacanze estive per coprire le responsabilità delle morti, ma purtroppo anche dal basso in parecchi voltano pagina tornando alle vecchie cattive abitudini o peggio.
Di alternative c’è bisogno, ma certo non giungono dalle sinistre politiche in sfacelo. C’è un rapporto direttamente proporzionale fra la perdita di qualunque prospettiva ideale e progettuale, e la loro frantumazione.
Per alcune persone, però, quello appena trascorso è stato un tempo di riflessione su ciò che dovrebbe cambiare per una vita più felice e soddisfacente, a partire dalle relazioni umane, per altri è stato un tempo di azione all’insegna della solidarietà vissuta insieme fra persone e fra diverse realtà associate, denunciando le responsabilità dei potenti.
Importante, ma non basta. È possibile e utile coltivare idee e pratiche di una vita diversa, di aggregazioni nuove e scelte fra persone che condividono valori, in cui le relazioni siano libere perché fuori dalle gabbie imposte, e ciascuno possa esprimere il meglio della propria unicità migliorandosi e offrendolo alle altre e agli altri. È la strada che, con umiltà e determinazione, stiamo tracciando e percorrendo come La Comune nella nostra lunga e avventurosa storia: delineando un’alternativa di comunanza complessiva, fronteggiamo la decadenza umana, valoriale e culturale che ci circonda.
La Comune
4 luglio 2020