Le condizioni di vita e di lavoro nel pubblico impiego stanno peggiorando. Sono state trascurate le misure di sicurezza per il Covid, si è costretti allo stress dello smart-working, manca il personale e non ci sono nuove assunzioni, chi è precario rischia di rimanerci a vita, è da tempo che non vengono rinnovati i contratti. Il governo è responsabile dei tagli e del disastro della sanità e più in generale dei servizi pubblici. Perciò suona ipocrita e vergognoso l’attacco che esponenti governativi stanno conducendo contro la proclamazione dello sciopero del pubblico impiego del 9 dicembre promosso da Cgil–Cisl–Uil: si cerca di scaricare tutte le colpe del cattivo funzionamento della pubblica amministrazione sulle lavoratrici e i lavoratori, si punta a dividerli e contrapporli ad altri settori colpiti dalla situazione che si sta vivendo. Le esigenze da cui muovono le ragioni dello sciopero sono sacrosante: tutela della sicurezza e della salute, assunzione di personale, rinnovo dei contratti. È un segnale di reazione nei confronti dell’arroganza e dell’irresponsabilità governativa: perciò sosteniamo lo sciopero. Ciò non significa appoggiare le burocrazie sindacali che hanno siglato accordi vergognosi e non hanno fino ad ora mosso un dito per garantire la tutela della salute dei lavoratori. Inoltre ci pare grave che con una logica divisionista le burocrazie – al momento – escludano dallo sciopero coloro che lavorano nella scuola con i quali siamo solidali. Ci battiamo perché possano essere le persone che lavorano in ogni ambito a definire proprie piattaforme per difendere la salute e migliorare le condizioni di vita e di lavoro, costruendo in prima persona relazioni solidali e di sostegno reciproco.
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