Comune umanità differente

Lo si vede dai filmati, dai video e dai telegiornali: negli Usa i protagonisti delle principali mobilitazioni contro il razzismo sono stati tanti giovani, donne e persone comuni, afroamericani, ispanici, bianchi – tante diversità e colori insieme per affermare giustizia e libertà contro razzismo e violenze poliziesche. In questo emergere di umanità unita e differente c’è l’indizio di un possibile principio da riconoscere, coltivare, sviluppare per farne cultura di una vita migliore: una comune umanità differente.

Siamo tutti umani e siamo tutti differenti sia quale sia la comunità di cui si è parte, le scelte personali e culturali, il colore della pelle: dovremmo poter riconoscere questa realtà umana per farne motivo di una possibile convivenza benefica e pacifica fuori e contro stati, violenze e razzismi. Per poter dire: la vita delle persone nere è importante, la vita umana è importante, la vita di noi tutti/e e di ciascuno/a è importante – le difendiamo tutte contro oppressori e razzisti negli Usa come in India, in Palestina come in Brasile. E’ invece proprio sulla differenza intesa come assoluto e come separazione che puntano tutti i razzismi e le oppressioni per ledere e negare la comune umanità, per schiacciare popoli, etnie, minoranze, persone: per questo si sono inventate le razze, le superiorità biologiche e culturali, per opprimere e lacerare l’umanità. L’antirazzismo radicale, il nostro impegno partono proprio dal principio della comune umanità differente e mettono in guardia sul pericolo che rappresenta assumere – anche a partire dalla volontà di combattere il razzismo – un punto di vista opposto e speculare agli oppressori. Ogni nazionalismo e “razzializzazione” della questione nera o di quella indigena, ogni ricerca di identità che assolutizza la differenza e non parte dal riconoscere la comune umanità, ogni identità considerata estranea o lontana dal resto dell’umanità è disutile e dannosa nella lotta contro il razzismo, per la solidarietà e il miglioramento della vita, rischia persino di riperpetuare i mali che si vogliono combattere.