Ceuta
Speranze umane e Stati disumani

Negli ultimi giorni più di 8 mila persone hanno attraversato a nuoto il mare dal Marocco fino a Ceuta (enclave spagnola nel paese africano, ndt). Si stima che un terzo di loro sono bambini e bambine, adolescenti, famiglie intere e molti minori non accompagnati che si sono tuffati in mare cercando una vita migliore. Considerando i numeri, da queste parti si tratta di una novità.

Lo Stato spagnolo e l’Europa hanno subito lanciato l’allarme rivelando il proprio imbarazzo. Il governo, in primis con il ministro Marlaska, assicura di aver già respinto la metà delle persone (al 18 maggio) e il presidente Sánchez assicura che “agirà in qualunque circostanza”; intanto invia la polizia, la Guardia Civil e addirittura l’esercito, comportandosi come se fosse una invasione perché così la intendono. Ma invasione di chi? Di famiglie, di bambine e bambini?

L’Unione europea ha dichiarato con chiarezza che “le frontiere spagnole sono frontiere europee”.Tradotto: vi abbiamo dato il denaro sufficiente affinché facciate quanto necessario per impedire qualunque ingresso, e ancor più dopo l’ultima offensiva anti-immigrazione basata sugli investimenti per la vigilanza anziché per il salvataggio. Uno dei principali obbiettivi su cui è aperta la trattativa, è che il Marocco garantisca il controllo delle frontiere in cambio di centinaia di milioni di euro. In questo caso, però, proprio per esercitare pressioni in questo negoziato, il governo marocchino non ha ostacolato il flusso delle persone. Non si è fatto scrupolo di usare la vita della gente per ottenere più soldi e minaccia anche rappresaglie contro il governo spagnolo, reo di aver offerto protezione al lider saharawi del Fronte Polisario in quanto ospite del suo servizio sanitario. Governo marocchino cinico e allo stesso tempo incapace di offrire una prospettiva a migliaia di persone in attesa di attraversare la frontiera a Fnideq, Beni Enzar o Farhana, soprattutto donne, che vivono precariamente per la pandemia e per aver perso il lavoro (facchini, ambulanti, domestiche): dallo Stato marocchino ricevono solo un misero sussidio quando non la violenza e la repressione poliziesca.

Ma il cinismo e la violenza non sono una esclusiva dello Stato marocchino: quello spagnolo e tutta l’Europa negano dignità umana alle persone immigranti, stipandole come bestiame nei centri di raccolta, deportandole in altri paesi come mercanzia e, quando arrivano sulle loro coste, trattandole come una minaccia militare, come “un’invasione”.

Su questa rotta, gli arrivi di questi giorni sono una novità ed evidenziano ancora una volta la contraddizione tra gli Stati e l’umanità – una umanità in cammino, come andiamo sostenendo da anni. Una contraddizione tra Stati che blindano le proprie frontiere e l’umanità che cerca di affermare la propria vita: è una spinta imparabile, come dimostrano i giovani, le donne e gli uomini che sono arrivati a nuoto. Siamo al loro fianco, così come ci sentiamo vicini alle persone solidali, i volenterosi di Ceuta che da tempo accolgono e denunciano le condizioni in cui sono costretti a vivere – in particolare nel centro per immigrati minorenni – ricordandoci che l’umanità in arrivo ci riguarda.