Arancione, arancione rinforzato, rosso… colori che dipingono il quadro pandemico della penisola italiana e in base ai quali la DAD rientra nelle vite della maggior parte degli studenti con tutto il peso della distanza, dell’isolamento e della deleteria istruzione via schermo. Allo stesso tempo qualche protesta contro la DAD si alza, come già era successo davanti a tante scuole negli ultimi mesi del 2020. Proprio in quel periodo, sollecitati dalla curiosità di conoscere le ragioni di fondo che hanno spinto alcuni giovani studenti a sfidare le restrizioni ed incontrarsi in piazza per seguire insieme le lezioni, avevamo deciso di intervistarli. Ci aveva colpito la loro perseveranza e convinzione, la non acquiescenza alle norme, ma volevamo anche scoprire quali sono gli aspettiLeggi Tutto

A un mese e mezzo dal colpo di Stato, la situazione nel paese si fa ogni giorno più grave: decine di migliaia di persone continuano a manifestare in molte città nonostante la linea direttamente stragista assunta dai militari che sparano raffiche di mitragliatrice su folle disarmate; dopo poche settimane, le vittime sono ormai centinaia. Il coraggio e le speranze dei popoli birmani, le loro sofferenze e la determinazione a scrollarsi un potere omicida che li schiaccia da decenni meritano vicinanza e solidarietà attiva. Non la troveranno nei potenti della Terra: né fra le democrazie titubanti e ipocrite, che in tante parti del mondo sostengono dittature feroci e che qui cianciano di sanzioni senza troppa convinzione, né tantomeno dall’ingombrante vicino cinese, grandeLeggi Tutto

Un mese dopo il colpo di stato, i militari non sono riusciti a fermare le mobilitazioni, così hanno deciso di scatenare la repressione sparando sui manifestanti. È una escalation di violenza: oltre 30 le vittime – la maggioranza domenica 28 febbraio a Yangon – centinaia i feriti, migliaia gli arresti. Le popolazioni birmane meritano sostegno e solidarietà nella loro lotta non solo in difesa del risultato elettorale ma nell’affermazione della propria libertà. Esse hanno bisogno di ancor più coraggio di quello che già stanno dimostrando. Non solo per fronteggiare la violenza crescente di un esercito che già in passato si è macchiato di orribili stragi, ma anche per cominciare a fare i conti e a superare le storiche lacerazioni tra leLeggi Tutto

Un incontro speciale si è tenuto sabato 20 febbraio nelle strade della Barceloneta, quartiere storico della città: la presentazione e la riflessione comune intorno al libro de Egipto a Siria (2011). El principio de una revolución humana y sus antecedentes, di Mamadou Ly con Dario Renzi pubblicato da Ruta ediciones. La pubblicazione in castigliano di quest’opera, uscita originariamente in italiano per i tipi di Prospettiva Edizioni, è ulteriormente arricchita dalla prefazione di Leila Nachawati e dal saggio introduttivo di Rocco Rossetti che sabato ha con sapienza e calore condotto la riflessione. Un incontro speciale, dicevamo, e per tante ragioni: il libro tratta delle rivoluzioni della gente comune di dieci anni fa e delle straordinarie lezioni che possiamo continuare ad apprendere; l’incontroLeggi Tutto

Il 18 e il 19 febbraio si è tenuto un vertice della Nato sull’Afghanistan. L’incontro ha preso atto dell’impossibilità di rispettare l’accordo di Doha, fortemente voluto da Trump, firmato un anno fa dai rappresentanti degli Stati uniti e dei Talebani. Esso prevedeva il ritiro delle truppe straniere dal paese entro il prossimo Primo maggio, ma oggi questo significherebbe semplicemente certificare la sconfitta di una poderosa alleanza militare, il fallimento di vent’anni di guerra, occupazione, diplomazia e politica: un prezzo troppo alto per una democrazia in piena decadenza. Sono passati quasi vent’anni da quando un’ampia coalizione internazionale capeggiata da Washington invase l’Afghanistan con l’obiettivo dichiarato di liberarlo dal controllo feroce e patriarcale dei Talebani che avevano permesso di farne una base perLeggi Tutto

Questa è la storia di un incontro insolito e promettente. Da un lato vi sono quei pazienti che, avendo superato la fase acuta della malattia da Covid 19 solo dopo molte settimane, faticano a riprendersi: dolore al petto, difficoltà nella respirazione, affaticamento generale. Dall’altro ci sono i cantanti lirici, rimasti a lungo disoccupati per i teatri chiusi e per l’impossibilità di esibirsi. Dalla collaborazione tra gli operatori sanitari e i cantanti della English National Opera è nato in un ospedale di Londra un programma di riabilitazione della durata di sei settimane che insegna la giusta postura, il controllo della respirazione e l’esercizio dei muscoli del volto. “Stavo lottando per l’aria” racconta un paziente. “Il programma aiuta davvero, fisicamente e mentalmente, riducendoLeggi Tutto

Nell’informazione non ci sono solo le fake news ma anche tante notizie insignificanti che prendono un enorme spazio mentre avvenimenti importanti  – ma “lontani” – passano in secondo piano. Un esempio eclatante è quello delle mobilitazioni di contadini e contadine in India che, rispetto alla loro enorme portata, hanno trovato ben poca eco. L’agitazione è iniziata con uno sciopero che ha coinvolto quasi 300 milioni di persone e le mobilitazioni durano da più di due mesi. Decine di migliaia di contadini/e presidiano le principali vie di accesso alla capitale, Nuova Delhi, in cui in cui gli è vietato entrare. Ciononostante, il 26 gennaio hanno sfondato i cordoni di polizia e, con i loro trattori, cavalli e a piedi, hanno raggiunto eLeggi Tutto

Ne abbiamo fatta di strada in questi anni. A fianco degli ultimi per la dignità e il riscatto, per la libertà e l’accoglienza, per la vita contro il razzismo. Quegli ultimi che per noi sono fratelli e sorelle nell’umanità che tutti ci unisce e ci differenzia. Da quel 3 febbraio di 25 anni fa in cui sfilammo a Roma in 50 mila… …ad oggi, più che mai al fianco di chi emigra per una vita migliore, contro la barbarie che si consuma in Bosnia da parte della civile e democratica Europa che non disdegna di fare accordi con i peggiori dittatori come in Libia o in Turchia. Siamo a fianco di chi accoglie e dà sostegno, per questo il nostro anniversario èLeggi Tutto

Per gli immigrati che affrontano la terribile odissea della cosiddetta “rotta balcanica”, un vero e proprio incubo è rappresentato dalla frontiera con la Croazia dove squadre speciali operano con droni e cani lupo per braccare e catturare chiunque cerchi di varcare la frontiera passando per i boschi. Gli immigrati bloccati vengono rinchiusi in container per 36 ore, picchiati selvaggiamente, spesso seviziati e torturati e infine scacciati al di là del confine croato dopo essere stati derubati di soldi, telefonini, oggetti personali e perfino di scarpe e vestiti. C’è anche chi ha perso la vita per le menomazioni riportate in seguito alle vessazioni subite. Queste atrocità sono state denunciate da varie associazioni e in particolare dall’Ong di Trieste Linea d’ombra, attiva nellaLeggi Tutto