Dopo i recenti risultati e gli ancor più recenti sorteggi, l’Italia del pallone è in trepidazione.Per la seconda volta consecutiva rischia di restare fuori dai mondiali che si svolgeranno fra un anno esatto in Qatar. Tutti – federazione, calciatori, stampa e tifosi – ci vogliono andare. Ma chi c’è già vorrebbe fuggirne. Infatti la preparazione dei mondiali qatarioti sta costando un tributo di vite umane enorme per i lavoratori che sono impegnati nella costruzione degli stadi. Sono, la quasi totalità, immigrati dal sub continente indiano o dall’Africa che lavorano in cantieri aperti 24 ore al giorno, per 80 centesimi di euro l’ora, con temperature altissime, turni massacranti e ritmi insostenibili. Amnesty international, ormai 6 mesi fa, denunciava la morte di oltreLeggi Tutto

Quanto coraggio stanno dimostrando i manifestanti che si oppongono agli stragisti! Ancora martedì 30 novembre erano in decine di migliaia a sfilare per le vie di Khartum nonostante i colpi sparati con chiaro intento omicida da polizia, esercito e janjaweed che hanno dimostrato storicamente e più di recente tutta la loro ferocia. Il colpo di Stato di fine ottobre non è bastato ai militari per riprendere il controllo della situazione e così, dopo aver assassinato almeno una cinquantina di manifestanti nelle ultime  settimane, hanno scarcerato il presidente: mentre continuano a uccidere – perfino negli ospedali, come denuncia il Comitato medici sudanesi – fingono che sia ancora in corso una qualche “transizione democratica”; intanto, come ormai è consuetudine, lanciano al mondo minacceLeggi Tutto

Carovane di immigrati dall’America centrale verso il nord, haitiani in viaggio lungo tutto il continente, “l’esodo venezuelano” di cinque milioni di persone: tutta l’America Latina è attraversata e sconvolta da un movimento umano costituito da un enorme numero di donne e uomini di ogni età convinti che la ricerca di una vita migliore o anche solo la difesa della vita renda necessario allontanarsi dal luogo in cui vivono verso altre regioni o paesi, in alcuni casi anche molto distanti, non solamente verso gli Stati uniti. E d’altro canto queste persone capiscono sempre di più che potranno realizzare meglio tali viaggi, almeno fino a un certo punto, affrontandoli in compagnia, con la collaborazione e la cooperazione di altri e di altre, dandoLeggi Tutto

Gino è un dipendente di Amazon. Nell’ottobre del 2020 comincia a stare male e poco tempo dopo scopre di avere un tumore. Iniziano i cicli di chemioterapia e si mette chiaramente in malattia per prendersi il tempo per curarsi. Dopo circa un anno torna al lavoro, ma ad attenderlo invece di uno striscione di bentornato, gli viene recapitata una lettera di licenziamento per aver superato il limite massimo di malattia. Proprio come nello spot, in cui i dipendenti Amazon raccontano come l’azienda gli aiuta nel prendersi cura della sorellina malata, di come si sentono in una una vera e propria grande famiglia, vero?! Ma Gino, con l’aiuto dei sindacati non ci sta: impugnano l’ingiusto licenziamento e Gino viene reintegrato. Ma AmazonLeggi Tutto

Immagina di essere nato in un paese del Medio Oriente o dell’Afghanistan martoriati dalla guerra, con poche speranze per il futuro e senza la possibilità di cercare una vita migliore altrove. Per via dell’avanzata dei Talebani, del dittatore locale o dell’Isis – pronti a vendicarsi sulle famiglie di chi li ha combattuti – la tua vita e quella dei tuoi cari è in pericolo. Nel centro della città c’è un trafficante di sogni, una persona rispettata che ha già aiutato tanti ad andarsene. Offre il servizio completo: comprare un visto turistico per la Bielorussia, un costosissimo biglietto aereo per Minsk, un passaggio in macchina fino alla Germania e anche supporto burocratico per la richiesta d’asilo. Totale: tra i tre e iLeggi Tutto

Migliaia di persone, donne, uomini e bambini la cui unica colpa è quella di fuggire dalle guerre o comunque cercare un luogo dove vivere meglio e in pace sono braccati come criminali nei boschi al confine tra Bielorussia e Polonia. Sono ostaggio della brutalità di regimi dittatoriali, ma non solo: sono vittime della sconfinata ipocrisia e del cinismo dell’Europa e dell’Occidente democratici. Appena poche settimane fa, l’Unione europea aveva risposto al governo polacco che se intendeva erigere muri per contenere i flussi migratori avrebbe dovuto pagarne la costruzione con i propri soldi. Non certo una posizione di principio in difesa dei “diritti dell’uomo” ma solo una questione di bilancio. E infatti, ora è pronta ad aprire il portafoglio. Non sarebbe unaLeggi Tutto

Come in tutti i precedenti vertici internazionali sul clima, anche a Glasgow si tratta a carte truccate. Nel conteggio delle emissioni di gas serra che contribuiscono al surriscaldamento climatico non si includono quelle prodotte dal settore militare sia nelle fasi di produzione e di gestione che di uso delle armi. Non compaiono le industrie del settore, le materie prime necessarie, le conseguenze legate all’uso. Mike Berners-Lee, direttore di Small World Consulting e autore di How Bad are Bananas? The Carbon Footprint of Everything ha dichiarato che: “I costi umani diretti delle guerre sono così tragici che pensare agli impatti ambientali e climatici pare quasi frivolo o insolente. Ma le moderne forze armate e le loro operazioni belliche sono voraci divoratrici diLeggi Tutto

Lunedì 15 novembre sono previste a Cuba manifestazioni per rivendicare diritti elementari come la libertà di espressione e di manifestazione, per migliori condizioni di vita contro i soprusi e i privilegi, la repressione e la miseria imposti  dal regime castrista a partito unico. Già le manifestazioni svoltesi nel luglio scorso furono vietate e represse brutalmente, numerosi partecipanti arrestati, torturati, minacciati: il regime ha minacciato di fare altrettanto ora. Politici democratici di diversa risma hanno sinora taciuto sull’embargo Usa contro Cuba, sofferto innanzitutto dalla popolazione: sono gli stessi che ora esprimono un “sostegno” ipocrita e strumentale a chi sfida coraggiosamente il regime. D’altra parte, settori di sinistra residuale e nostalgica  si ostinano a sostenere una dittatura antipopolare in nome di una presuntaLeggi Tutto

Nel 2021 gli Stati Uniti hanno battuto ogni record in tema di immigrazione: più di un milione e settecentomila “incontri”, cinico eufemismo con cui le autorità chiamano le detenzioni al confine col Messico. Una cifra che triplica la media degli arresti negli ultimi otto anni e che esprime solo in parte il numero reale di persone che nel 2021 hanno provato ad entrare nel paese. Malgrado le avvertenze della vicepresidente Kamala Harris, volte a smentire ogni illusione della comunità latina – “Non venite perché sarete respinti. Noi proteggeremo i nostri confini” –; malgrado il muro, voluto da Trump, e malgrado gli accordi con il governo messicano del “progressista” López Obrador per bloccare l’immigrazione, avviati dall’amministrazione repubblicana e ratificati da Biden: unLeggi Tutto

C’è un progetto di autostrada (la “Pacifico-Orinoco”) che dovrebbe unire il paese da una parte all’altra; la sua costruzione, però, danneggerebbe numerose lagune nelle paludi della valle del Cauca, come denuncia il popolo indigeno Nasa che lì vive. Oltre al significato spirituale che per queste comunità rivestono, le lagune contribuiscono a regolare il flusso idrico e a ridurre i gas serra. Le aspirazioni dei Nasa (di tutelare questo delicato equilibrio, ndt) si scontrano con l’opposizione non solo delle industrie investitrici e del governo dell’oppressore Iván Duque, ma anche dei narcos. Infatti la valle del Cauca è una zona strategica per il narcotraffico perché, oltre ad essere una regione di coltivazione e produzione della coca, il suo controllo garantisce uno sbocco sull’OceanoLeggi Tutto