Siamo nel 2022 e in Europa è scoppiata la guerra. Putin ha invaso l’Ucraina, dopo anni di giochi politici e schermaglie belliche con la NATO per il controllo della zona. Ci riguarda tutti. Perché la difesa della vita e della pace ci riguarda tutti. Quando diventiamo giovani, sentiamo la potenza dirompente della vita, che è una possibilità e una responsabilità. Oggi abbiamo insieme la possibilità e la responsabilità di schierarci e di mobilitarci in difesa della vita, per la pace tra i popoli, per la nostra stessa umanità. Oggi possiamo scegliere se restare indifferenti e affidarci agli Stati guerrafondai, o se scuoterci e fare la differenza insieme. La pace dipende da tutti e tutte noi. La politica non ha cuore laLeggi Tutto

È su esempi come quello che segue e molti altri che si stanno susseguendo in questi giorni che basiamo la nostra speranza e il nostro impegno per la pace e la pacificazione tra le persone: esempi e germogli di solidarietà, vicinanza, schieramento coraggioso contro la guerra da riconoscere, far conoscere e coltivare. di Francesca La Sala Nataliya, una donna ucraina di 58 anni, sta aspettando insieme a molti altri il suo turno per poter finalmente attraversare il confine. Durante la lunga attesa fa conoscenza con un giovane uomo di 38 anni ed i suoi due figli: una bimba e il fratellino maggiore. L’uomo sa bene che un ordine governativo non gli permette di varcare il confine, e che dovrà tornare indietroLeggi Tutto

L’ulteriore escalation militare in Ucraina con l’ingresso delle truppe russe rafforza le ragioni per una forte mobilitazione per la pace. Tutti i contendenti di questo conflitto, dallo zar Putin al patto criminale della Nato fino al Governo Ucraino si scontrano per i loro sporchi interessi sulla pelle delle popolazioni. I promotori dell’appello “Per la pace e pacificazione per le popolazioni dell’Ucraina e della Russia. No a Putin, no alla NATO, mobilitiamoci contro la guerra” convocano una riunione nazionale per discutere i contenuti e le possibilità per promuovere una, per noi necessaria, manifestazione nazionale. Domenica 27 febbraio ore 15 presso SCUP in via della Stazione Tuscolana, 84 – Roma Per informazioni: nowarinucraina@gmail.com – 348.7038885 Vedi qui l’appelloLeggi Tutto

Le forze militari russe agli ordini di Putin sono entrate in Ucraina e bombardano diversi punti del paese. Ancora una volta le prime vittime di questa sporca guerra sono i civili, la gente comune dell’Ucraina e della regione che è sotto le bombe e a cui va la nostra solidarietà.È una guerra di cui non sono prevedibili gli sviluppi ma in cui tutti i protagonisti politici e armati incarnano, in modi diversi, la logica dell’uccidibilità e del bellicismo.Putin giustifica questa aggressione come un’operazione di “denazificazione” dell’Ucraina: sfrutta demagogicamente l’eroica lotta antinazista delle popolazioni russe durante la Seconda guerra mondiale e la presenza attuale di formazioni filonaziste ucraine, eredi del vergognoso appoggio di cui l’hitlerismo ha goduto in Ucraina e con cuiLeggi Tutto

Secondo i dati ufficiali, l’inflazione dei prezzi al consumo è ormai giunta al 48% su base annua ma fonti indipendenti come l’Enag (Gruppo indipendente di ricerca sull’inflazione) calcolano che essa abbia superato il 114%: condizioni materiali di vita insostenibili per la stragrande maggioranza della popolazione. Scioperi si stanno diffondendo sin dall’inizio dell’anno in molte città del paese e in diverse categorie; si tratta di una novità nella Turchia degli ultimi vent’anni che suggerisce uno scenario ben diverso dall’immagine di grandeur neo-ottomana proiettata, soprattutto in politica estera, dal presidente Erdogan. Gli scioperi coinvolgono lavoratori di differenti categorie, dai dipendenti della BBC a Istanbul a quelli del gigante dell’e-commerce Trendyol, dagli autisti del servizio di consegna online Yemeksepeti alla catena di supermercati Migros.Leggi Tutto

Alla fine di gennaio l’Isis ha dato una clamorosa prova della propria capacità di iniziativa organizzando nel modo più sanguinoso l’assalto a un carcere gestito dalle forze curde nella città di Hassaké (nel nordest della Siria) per favorire l’evasione di massa dei suoi miliziani imprigionati. Il bilancio della battaglia, durata una settimana e che ha visto il coinvolgimento perfino degli elicotteri statunitensi, è di oltre cento morti tra assalitori, guardie, prigionieri e civili. Non si tratta di un fatto isolato ma della più eclatante espressione di una attività in crescita sia in Siria che in Iraq: nel solo 2021 gli attacchi terroristici nei due paesi sono stati circa 1500, le vittime diverse migliaia, nonostante nel 2019 l’Isis fosse stato dichiarato militarmenteLeggi Tutto

Un tribunale tedesco ha condannato Anwar Raslan all’ergastolo per crimini contro l’umanità. L’uomo, responsabile di omicidi e torture, è stato a capo dei servizi segreti siriani, la spietata macchina tuttora in attività nelle cui carceri sono sparite oltre 100 mila persone. È una sentenza importante perché riconosce la colpevolezza di un gerarca di primo piano del regime che per dieci anni ha condotto e tuttora conduce una guerra spietata contro il suo stesso popolo, reo nel 2011 di aver dato vita ad una straordinaria e pacifica rivoluzione. La condanna è il risultato del coraggio e della tenacia dei profughi siriani che lo hanno riconosciuto e denunciato e che a decine sono andati in tribunale per testimoniare.Nessun merito, invece, può essere attribuitoLeggi Tutto

Porto di Salerno, luglio 2020: la dogana scopre 84 milioni di pasticche di Captagon e compie il più grande sequestro di anfetamine a livello mondiale. Jeddah, Arabia saudita, aprile 2021: 5 milioni di pillole sequestrate; Beirut, Libano, dicembre 2021: altri 9 milioni. Da anni ormai Siria e Libano stanno inondando il mondo con questa droga di facile e poco costosa produzione. Le ipotesi d’indagine vedono coinvolti ai vertici di questo narcotraffico uomini d’affari e di governo di Damasco, compreso un fratello di Assad. È una rapida ascesa che sta improntando l’economia e la vita stessa di un paese distrutto, svuotato e stremato dalla guerra: si calcola che i proventi da esportazione di Captagon siano 30 volte superiori a quelli della piùLeggi Tutto

Ha fatto il giro del mondo l’immagine di una donna ormai senza vita a causa di gelo e fatica, stesa nella neve al confine tra Iran e Turchia. Veniva via dall’Afghanistan martoriato da quarant’anni di guerre, un paese al centro dei notiziari estivi ma rapidamente messo da parte dal mainstream globale. Erano con lei i figli di 8 e 9 anni, salvi grazie al suo sacrificio – la donna si è sfilata i calzini e li ha dati loro per proteggerli dalla morsa del freddo – e poi al soccorso di alcuni abitanti di Belesur, un villaggio iraniano nelle vicinanze. In questa straziante notizia di cronaca è possibile riconoscere i nemici dell’umanità, responsabili di decine di migliaia di morti ogni anno:Leggi Tutto

I carri armati russi circolano per le strade deserte di Almaty. Il presidente Tokayev dà l’ordine ad esercito e polizia di sparare su qualunque assembramento senza preavviso. Da domenica 2 gennaio, il paese è quasi del tutto isolato: internet bloccata, linee telefoniche a singhiozzo, bancomat chiusi. Nonostante tutto, brandelli di notizie filtrano, e sono drammatiche: decine di morti, forse anche molti di più, centinaia di feriti e di arresti. Cosa accade in Kazakistan? Gli avvenimenti sono in pieno svolgimento, gli sviluppi imprevedibili. Ma sin d’ora è possibile e necessario uno schieramento a sostegno delle legittime aspirazioni di miglioramento di tante persone comuni che nei mesi scorsi – e con una accelerazione formidabile da domenica 2 gennaio – si sono mobilitate controLeggi Tutto