Lo scorso 16 maggio la presentazione presso la Casa del Libro di Barcellona di Nadie nace en un cuerpo equivocado (“Nessuno nasce in un corpo sbagliato”, ndt) di José Errasti e Marino Pérez Álvarez è stata vittima di un boicottaggio violento di Crida LGBTI e Sororidad trans. Contrariamente a quanto tali organizzazioni sostengono, la contestazione non è stata affatto pacifica. Non si è trattato di una legittima protesta contro una iniziativa di cui non si condividono i contenuti, ma di un tentativo di impedirne la realizzazione cercando di occupare la libreria e di impedirne lo svolgimento con la forza, molestando i partecipanti e perfino minacciando – secondo quanto dichiarato dalla polizia alla Casa del libro – di attaccare la libreria conLeggi Tutto

Dieci persone sono state uccise e altre tre ferite nella strage compiuta il 15 marzo nella città di Buffalo, New York. Persone innocenti che stavano facendo la spesa, vittime dello stragismo suprematista che colpisce ancora una volta la nostra gente. L’assassino, il diciottenne Payton Gendron, ha meticolosamente premeditato e pianificato la sparatoria: ha coperto oltre 200 miglia per raggiungere il sobborgo nel quale aveva effettuato un sopralluogo il giorno precedente, scelto perché prevalentemente abitato da afroamericani che infatti sono la maggioranza delle vittime dell’eccidio; ha cominciato a sparare nel parcheggio del centro commerciale nell’ora di massimo afflusso e ha poi continuato all’interno; prima di agire, aveva caricato sul web un manifesto di circa duecento pagine in cui rivendicava gli atti cheLeggi Tutto

Mercoledì scorso Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese di Al Jazeera, è stata assassinata a sangue freddo da soldati dell’esercito israeliano a Jenin; un suo collega è stato ferito alla schiena. Si tratta di un omicidio deliberato ed efferato – con lo scopo evidente di tacitare una delle voci più conosciute e stimate dell’emittente qatarina – che si inscrive in una fase di intensificazione delle violenze e delle intimidazioni nei confronti dell’informazione. Di fronte agli spudorati tentativi di insabbiamento del governo di Tel Aviv (così definiti, tra gli altri, sia da Human Right Watch che da B’tselem, importante organizzazione israeliana per i diritti umani) perfino il segretario generale dell’Onu è costretto a chiedere indagini indipendenti, che ovviamente non ci saranno: troppo estesaLeggi Tutto

La Corte suprema americana sarebbe orientata a ribaltare la sentenza “Roe vs Wade” con cui nel 1973 riconobbe il diritto costituzionale all’aborto. E’ quanto rivela “Politico”, citando una bozza di parere della maggioranza, che potrebbe diventare sentenza definitiva entro giugno. Secondo la bozza la decisione sull’aborto non spetta al governo federale ma ai singoli Stati e di fatto darebbe un via libera a quelli che stanno varando legislazioni restrittive in materia (che sarebbero 26). Infatti la bozza recita “E’ tempo di restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti del popolo “.Ancora una volta le istituzioni patriarcali vogliono sottrarre alle donne la libertà di decidere sul proprio corpo e la propria vita, privandole della possibilità di scegliere se essere o meno madri biologiche.PocheLeggi Tutto

Nei giorni scorsi Fabrice Leggeri, capo dell’agenzia Frontex, ha annunciato le dimissioni dal suo incarico, dopo che sono state rese pubbliche le prime conclusioni di un’indagine antifrode dell’Ufficio Europeo svolta per far luce su presunti comportamenti illeciti dell’agenzia. Il fiore all’occhiello della “accoglienza” dell’Unione Europea si sta rivelando per quello che è sempre stata e cioè una garanzia di violazione dei diritti umani e delle norme del diritto internazionale a tutela dei richiedenti asilo e, quindi, della chiusura delle frontiere. Vi sono prove dei respingimenti di profughi operati dalle guardie di Frontex in mare, nelle varie rotte di transito dell’Unione, dalla Croazia alla Grecia. I profughi sono stati respinti senza neppure dare loro la possibilità di richiedere asilo. Le prove raccolteLeggi Tutto

Guerra chiama guerra, con evidente effetto epidemico. Nuovi conflitti si accendono all’ombra di quello ucraino mentre altri, vecchi e mai sopiti, riacquistano vigore; è il caso di quello, ormai quasi secolare, di Israele contro i palestinesi. Nel mese di aprile si sono registrati numerosi scontri in tutto il paese con decine di morti; c’è poi stata la provocazione sionista alla Spianata delle Moschee con centinaia di feriti. Infine, il consueto e tragico scambio: razzi da Gaza su Israele, bombardamento di Israele su Gaza. È indispensabile ribadire che l’origine prima del conflitto e le responsabilità storiche risiedono nell’occupazione israeliana della Palestina e nell’obiettivo storico del sionismo di cancellare ogni resistenza e diritto alla vita del popolo palestinese. Ma ciò non assolve inLeggi Tutto

Dal 22 Aprile e per almeno quattro giorni nelle località di Krendik ed El Geneina nel Darfur occidentale si sono succeduti attacchi brutali contro la popolazione da parte di circa duemila miliziani a bordo di centinaia di fuoristrada militari, auto, moto e cavalli. Sono stati riconosciuti leader dei janjawid, una milizia islamista che si presta come braccio armato della giunta militare per compiere operazioni, come quella in corso, veri e propri tentativi di autentica pulizia etnica nei confronti di una popolazione che si è da sempre mobilitata contro il golpe che ha portato al potere la giunta militare del Sudan.Hanno raso al suolo tutto ciò che hanno incontrato sulla loro strada, ucciso leader della resistenza, commesso saccheggi, stupri e rapimenti. NonLeggi Tutto

È questo il nuovo piano del governo inglese contro l’immigrazione irregolare: le deportazioni. L’ha annunciato il primo ministro Jhonson mentre si erge a paladino dell’accoglienza degli ucraini e contro la guerra di Putin. Sono migliaia, infatti, i richiedenti asilo che, irregolari sul territorio britannico a causa del numero chiuso alle frontiere, saranno trasferiti in Ruanda ad aspettare il vaglio delle loro richieste. Dopo aver attraversato a rischio della vita la Manica e fuggendo già da condizioni difficili si ritroveranno in un luogo dove solo qualche decennio fa si è consumato uno dei più grandi genocidi che l’umanità ricordi. Questo Paese che ancora ne porta le ferite è oggi governato da un regime violento e criminale a cui saranno dispensati, come giàLeggi Tutto

Gerusalemme. La polizia israeliana ha preso d’assalto la moschea Al Aqsa – gremita di fedeli musulmani in occasione del secondo venerdì del Ramadan – colpendo indiscriminatamente i palestinesi presenti (anche con proiettili di gomma), ferendone più di 150 e procedendo a centinaia di arresti. Colpiti gli anziani guardiani della moschea, i paramedici giunti in soccorso, i fedeli in preghiera. Una aggressione brutale, ennesimo episodio della guerra permanente dello Stato israeliano contro il popolo palestinese. Il tempo e il luogo scelti sono altamente simbolici – la Spianata delle Moschee è tradizionalmente amministrata dai palestinesi – ed è evidente l’obiettivo sionista di sempre, quello di piegare la resistenza e spezzare l’identità palestinese. L’occasione è stata a gran voce suggerita dai gruppi più estremistiLeggi Tutto

Una strage efferata è stata commessa alla fine di marzo nella città di Moura: secondo il racconto di numerosi testimoni circa 300 persone sono state catturate e giustiziate a piccoli gruppi per giorni e giorni da truppe dell’esercito maliano e da “mercenari bianchi non di lingua francese”, quasi certamente quei “consiglieri russi” operativi nel paese di cui il governo maliano non fa mistero, probabilmente membri del famigerato gruppo Wagner. L’organizzazione non governativa Human Right Watch ha raccolto decine di testimonianze tra i sopravvissuti. Tutte concordano nella ricostruzione dei fatti principali. Il 27 marzo, mentre si svolgeva il mercato settimanale, lo squadrone della morte è piombato sulla cittadina trasportato da elicotteri ed ha ingaggiato uno scontro a fuoco con alcuni terroristi presentiLeggi Tutto