In Bangladesh tanti lavoratori tessili stanno lottando per la loro vita, la dignità e i diritti. Con stipendi da fame pari ad 80 euro al mese (8000 taka), in maggioranza donne, ma anche uomini e adolescenti, vivono condizioni di supersfruttamento, ingaggiati da multinazionali come H&M, Zara o altre, che guadagnano miliardi di euro vendendo i loro prodotti nei mercati dei Paesi ricchi. Gli scioperi sono cominciati in modo spontaneo all’inizio di novembre e hanno visto la partecipazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori. La politica,in particolare dei gruppi nazionalisti e fondamentalisti islamici, ha cercato di strumentalizzare queste lotte (in Bangladesh a gennaio si terranno le elezioni) nelle quali la repressione del governo, sostenuta e foraggiata dalle organizzazioni dei padroni, è stataLeggi Tutto

A seguito del dialogo con alcune e alcuni ispiratori della Corrente umanista socialista nel merito dell’articolo pubblicato il 10 ottobre su Lacomuneonline mi sono reso conto che in due punti del testo possono esserci giudizi che potrebbero apparire troppo generali sulla guerra. Ciò non corrisponde in primo luogo al mio pensiero. Infatti, per quanto riguarda la guerra e il terrorismo, essi sono fondativi degli Stati e dell’oppressione, ed è indispensabile riaffermare – come è già nel testo – la nostra più ferma condanna e ripudio. Ma è necessario aggiungere una chiarificazione. Nel corso della vicenda umana, anche la più recente, vi sono stati casi in cui è stato necessario e addirittura giusto prendere parte ad una guerra, ricorrendo alla lotta armataLeggi Tutto

Le guerre infuriano nel pianeta e si alimentano l’una con l’altra. Il conflitto esplode nuovamente in Israele e in Palestina mietendo centinaia di vittime innocenti e ferendo migliaia di civili sia israeliani che palestinesi. Hamas ha lanciato migliaia di missili contro i territori israeliani mentre i suoi miliziani hanno fatto incursioni in diverse località uccidendo persone innocenti e prendendo ostaggi, facendo scattare, come era prevedibile, la feroce reazione di Israele. I due contendenti, pur nella sproporzione di forze per la netta superiorità militare di Israele, sono mossi dalla stessa logica bellica. Lo Stato sionista con le sue storiche responsabilità di aver usurpato e occupato le terre palestinesi, sostenuto dall’Occidente democratico; l’autocrazia di Hamas con la sua considerazione cinica della stessa popolazioneLeggi Tutto

Siamo solidali con tutte le vittime del terremoto in Marocco e dell’alluvione in Libia, siamo al fianco dei loro cari e dei sopravvissuti per una ripresa della vita degna. Finora il bilancio delle vittime in Marocco sarebbe salito a 3 mila persone, mentre in Libia l’alluvione del territorio di Derna vede purtroppo 5 mila morti accertati e oltre 10 mila le persone disperse. Quello che emerge con chiarezza è che, a causa delle condizioni di vita difficili a cui sono sottoposte le popolazioni, le calamità naturali, sempre di più dovute al terricidio in atto, divengono tragedie umane enormi. In Marocco i tanti morti sono stati causati soprattutto da condizioni abitative disumane e in Libia due dighe ormai fatiscenti a poca distanzaLeggi Tutto

L’assassinio, con un colpo a bruciapelo da parte di un agente di polizia, di Nahel un giovane diciassettenne di seconda generazione non è un incidente isolato né un fatto casuale.Negli ultimi anni decine di giovani figli di immigrati che vivono nelle banlieues francesi sono stati uccisi da una polizia sempre più violenta, impregnata di razzismo ed impunita.All’indomani dell’assassinio e per numerosi giorni i quartieri periferici di Parigi ma anche numerose altre città francesi e persino il centro della capitale sono stati teatro di durissimi scontri tra la polizia e giovanissimi, saccheggi ed incendi di vetture, di edifici pubblici e centri commerciali.Le reazioni di Macron e del suo governo sono state caratterizzate da una volontà di scontro frontale, dall’incapacità di una minimaLeggi Tutto

Negli ultimi mesi il Perù è stato sconvolto da una profonda crisi politica e da grandi manifestazioni, dopo un autogolpe fallito del presidente Castillo. Il governo Boluarte che gli è succeduto ha represso con grande violenza le mobilitazioni facendo decine di vittime, a conferma del carattere sanguinario dello stato peruviano. Già in passato la guerra sporca tra l’esercito stragista e il barbaro terrorismo di Sendero Luminoso aveva fatto decine di migliaia di morti, soprattutto tra le popolazioni indigene. Oggi le istituzioni si confermano guardiane delle elite dominanti, profondamente razziste e classiste, dimostrando quanto la democrazia sia pericolosa e sia incline – soprattutto se fragile e in crisi – a reprimere ed uccidere. D’altra parte, la rivolta della parte storicamente più oppressaLeggi Tutto

Poche ore fa un potente terremoto ha scosso la terra provocando migliaia di vittime, crolli e danni in una vasta regione che va dalla Turchia meridionale alla Siria, facendosi sentire ancor più lontano, a Beirut e a Cipro, con il pericolo poi rientrato di uno tsunami nel Mediterraneo. Il bilancio delle vittime è purtroppo in crescita e i sopravvissuti rimasti senza un tetto nelle zone più montuose devono in molti casi affrontare neve ed intemperie senza neanche un ricovero. L’emergenza, motivata da un evento naturale come il sisma, è enormemente aggravata dalla precarietà che già connota l’esistenza di popolazioni in larga parte sofferenti a causa della guerra: di qua e di là del confine tra Siria e Turchia vivono da anniLeggi Tutto

In Perù continuano le proteste e le mobilitazioni. Migliaia di persone provenienti da tutto il paese, con tutti i mezzi possibili, si stanno concentrando a Lima e stanno morendo per reclamare i propri diritti. Non sono solo rivendicazioni che chiedono di tornare presto alle urne. Sono proteste incentrate sulla disparità totale che esiste tra una minoranza elitaria che ha in mano l’economia e le ricchezze del paese, e la maggioranza della popolazione che si trova a pagare le conseguenze dello sfruttamento delle risorse delle materie prime, sia in termini di danni ambientali, sia in termini di danni per la propria salute. Il paese è malamente diviso tra quei pochi che vivono all’occidentale, beneficiando di tutti i migliori servizi, e quei tantiLeggi Tutto

Era scritto che potesse succede ed è successo: una imitazione in Brasile di quanto fatto dai trumpisti a Capitol Hill due anni fa. La feccia bolsonarista ha inscenato una manifestazione a Brasilia in nome del non riconoscimento della validità del risultato elettorale e del successo di Lula, chiedendo un intervento dei militari. Grazie alla connivenza e complicità del governatore del Distretto federale di Brasilia (ex bolsonarista) e delle forze di polizia, dei manipoli hanno occupato con la forza il Parlamento e altri palazzi del potere (vuoti), vandalizzandoli. Dopo poche ore sono stati sgomberati dalle forze militari e Bolsonaro (in “trasferta” negli Usa) si è dissociato da questo delirante intento di “golpe democratico”, rivendicando il suo “rispetto della legge e della Costituzione”.Leggi Tutto

Pochi secondi di verità, interrompendo la propaganda di regime. Nel bel mezzo del notiziario della tv di Stato iraniana un ignoto gruppo di hacker ha trasmesso una serie di immagini delle rivolte della gente comune dell’ultimo periodo, con un testo in sovrimpressione che invitava ad unirsi alle mobilitazioni, denunciando la “Guida suprema” Khamenei come assassino.È stato un atto significativo, certamente irritante per il feroce regime teocratico di Teheran, ma che va compreso bene. Infatti, specialmente nell’Occidente cyberottimista, prono al nuovo potere tecnocratico dei padroni del web, si celebra questo gesto – insieme ad altri: basti pensare agli attacchi di Anonymous all’Isis – come emblematico del ruolo potenzialmente progressivo delle nuove tecnologie digitali. Ma ci si dimentica, quasi sempre, il presupposto fondamentale:Leggi Tutto