Continuano i naufragi al largo delle coste libiche e le azioni della guardia costiere di quel Paese per riportare a terra chi cerca di scappare da quell’inferno. Il tutto con il beneplacito del governo italiano che con lo stato libico ha stretto accordi. Questi li definiamo criminali e indegni visto che finanziano i loro corpi di polizia e guardia costiera e che direttamente sostengono criminali noti grazie alle inchieste giornalistiche. Uno di questi Bija ha incontrato nel CARA di Mineo nel 2017 l’allora ministro dell’Interno il losco sinistro Minniti. Ora è stato arrestato dal governo di Tripoli in quella che proprio Nello Scavo, giornalista che per primo ha denunciato la sua presenza nelle riunioni con il ministro italiano, definisce una consegnaLeggi Tutto

Una settimana fa Twitter ha bloccato per diffusione di fake news l’account di Kayleigh McEnany, collaboratrice di Trump e portavoce della Casa Bianca. La McEnany, così come molti altri account di supporter del presidente ugualmente silenziati dal network, aveva diffuso la bufala orchestrata da The New York Post, quotidiano ultraconservatore, di presunti legami tra Hunter Biden, il figlio del candidato democratico alla presidenza, e il governo ucraino attraverso una multinazionale petrolifera di Kiev. Insomma il classico caso montato ad arte per attaccare, attraverso il figlio, il padre, adesso che i sondaggi danno il mentitore seriale della Casa Bianca in netta difficoltà. Ma quello che più colpisce è la solerzia di Twitter: una redenzione improvvisa del social media o piuttosto una sceltaLeggi Tutto

Da ormai un mese infuria la guerra tra armeni e azeri in Nagorno-Karabakh, un conflitto di lunga data che si è riacceso colpendo dolorosamente le popolazioni civili, che va fermato al più presto nel rispetto del diritto all’autodeterminazione del popolo armeno e di tutti i popoli dell’area verso una prospettiva di convivenza e pacificazione. In questo contesto bellico già grave si colloca un fatto intollerabile: lo schieramento politico e militare dello Stato turco al fianco dell’Azerbaijan. La Turchia ha un orrendo precedente storico essendosi macchiata, all’inizio del secolo scorso, di un genocidio in cui sono morti tra uno e due milioni di armeni. Nel corso della Prima guerra mondiale l’impero ottomano compì arresti, pogrom, stragi e deportazioni di massa: nelle marceLeggi Tutto

Occupandomi da anni delle declinazioni nella vicenda umana del genocidio, sono particolarmente sensibile all’uso e soprattutto all’abuso che di esso si fa da parte della stampa borghese e della politica. Il genocidio ebraico e il genocidio armeno, le ferite di Srebrenica e quelle del popolo yazida hanno segnato in modo profondo la vicenda umana e la memoria delle vittime perché questo termine si possa usare fuori contesto e in modo semplicistico o propagandistico. Assume contorni drammatici la guerra in Nagorno-Karabakh, iniziata nel settembre scorso. Oggi i mercenari in arrivo dalla Siria ed in sostegno del governo azero, riforniti delle armi del sultano Erdogan e di Israele, stanno preparando un inferno. Mi sento di dire che incombe il pericolo di un nuovoLeggi Tutto

I nuovi faraoni… Tra aprile e luglio i “super-ricchi” del mondo hanno visto incrementare il loro patrimonio personale mediamente del 27,5%. È un gigantesco spostamento di ricchezze in un tempo brevissimo, una concentrazione nelle mani di pochissime persone – i circa duemila miliardari esistenti al mondo – a danno delle maggioranze sempre più impoverite. Ad esempio Jeff Bezos, padrone di Amazon, in quattro mesi ha aumentato il suo patrimonio personale di 74 miliardi di dollari. Nulla da invidiare a faraoni, zar e imperatori del passato: Bezos e i suoi compari hanno fatto soldi a palate grazie alla crisi pandemica, così come di norma accade in tempi di guerre, carestie, terremoti. Gli economisti spiegano tale polarizzazione delle ricchezze con la “propensione alLeggi Tutto

Ormai da settimane le principali città nigeriane sono percorse da manifestazioni sempre più numerose: soprattutto giovani, denunciano le violenze poliziesche ed esigono lo scioglimento dei corpi speciali noti con la sigla SARS. Si tratta di un corpo speciale ufficialmente impegnato nella lotta contro la criminalità e invece responsabile di vessazioni quotidiane, arresti arbitrari, omicidi: violenze che, qui come altrove, si sono intensificate nei mesi di pandemia. La diffusione di un video che riprende una vera e propria esecuzione a freddo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Né la repressione dei manifestanti a colpi d’arma da fuoco e lacrimogeni né le manovre del governo sono finora riuscite a contenere le proteste, che anzi crescono a Lagos, ad AbujaLeggi Tutto

L’Onu ha condannato le violazioni dei diritti umani in Venezuela. Al di là dell’ipocrisia degli Stati – tutti reprimono e uccidono – certo che il regime di Maduro è criminale! È una dittatura nata da una democrazia di cui sopravvivono alcune forme (sempre meno significative) che incarcera, tortura e uccide. Aggiungiamo che le condizioni di vita nella quotidianità sono insopportabili: l’80% della popolazione èin condizioni di povertà estrema, il potere d’acquisto dei salari è nullo, né vi è alcuna possibilità di fronteggiare l’emergenza sanitaria. Parte delle responsabilità di questa situazione ricadono sulle sanzioni economiche internazionali che affondano ulteriormente la popolazione. Di fronte a tutto ciò, molte persone – più di cinque milioni – hanno scelto di emigrare. Nelle ultime settimane, però,Leggi Tutto

Negli ultimi giorni di settembre si è riacceso il conflitto tra le due repubbliche (ex sovietiche) dell’Armenia e dell’Azerbaijan per il territorio conteso del Nagorno Karabakh. Ben poche sono le notizie certe su quanto accade, ma tra queste vi è il crescente numero dei morti, non solo militari ma anche decine di civili. La memoria torna alla guerra di quasi trent’anni fa e al suo tragico bilancio con decine di migliaia di vittime, la pulizia etnica e centinaia di migliaia di profughi in fuga da entrambe le parti. Sulle vicende odierne pesa una lunga storia in cui gli aneliti di libertà del popolo armeno sono stati oggetto delle persecuzioni più feroci. All’inizio del Novecento gli armeni sono stati vittime di unLeggi Tutto

Pochi giorni fa una infermiera di nome Dawn Wooten, impiegata in un centro di detenzione per immigrati della contea di Irwin (in Georgia, Stati Uniti), ha denunciato la pratica di isterectomie ed altri interventi chirurgici non richiesti che hanno portato alla sterilizzazione senza consenso delle donne operate. Il responsabile di tale pratica è un ginecologo noto come “il collezionista di uteri”. Una volta diffusasi la notizia alcune donne lì detenute, immigrate di origine centroamericana ed africana, hanno confermato la denuncia della coraggiosa infermiera, che già era stata licenziata per aver segnalato le cattive condizioni igienico-sanitarie già prima della diffusione del Covid 19. Si tratta di un gravissimo attacco patriarcale e razzista che ricorda analoghe pratiche eugenetiche di cui sono responsabili minoranzeLeggi Tutto