Mercoledì 6 gennaio 2021 poche migliaia di persone provenienti da una manifestazione svoltasi a Washington in sostegno di Trump hanno raggiunto il Campidoglio e sono entrati al suo interno con la violenza. Hanno potuto farlo grazie all’insolita e sospetta impreparazione delle forze dell’ordine – persino con la loro complicità – e hanno interrotto la seduta del Congresso che stava certificando la vittoria di Biden. Questo attacco fomentato dall’appello che poco prima Trump aveva rivolto ai suoi accoliti, rappresenta uno sbocco concreto delle sue accuse senza prove su un presunto risultato elettorale truccato. Solo quando si è trovato in un vicolo cieco – visto il carattere improvvisato e irresponsabile di questo attacco e dopo le reazioni avverse di gran parte dell’establishment repubblicanoLeggi Tutto

Ciò che sta avvenendo negli Stati uniti è senza precedenti. Un punto di non ritorno nella crisi della democrazia sistemica ormai a pezzi, che anche a breve può aprire la strada a ulteriori pericoli. Ieri, in uno dei momenti più importanti e solenni del loro rito democratico, la ratifica dell’elezione del nuovo Presidente, tutto il mondo ha visto il Congresso degli Usa cedere di fronte all’irruzione nel Palazzo di gruppi di persone agli ordini dell’ex Presidente Trump che in qualche migliaio erano lì riunite. L’orda di bifolchi che ha bloccato per alcune ore Capitol Hill non è sfuggita di mano al caporione dei retrivi che sta ancora alla Casa Bianca: è stata al contrario preparata e incitata da lui, che l’haLeggi Tutto

Forse Louijain al Hathloul dalla sua cella sentirà il clamore degli spettatori o il rombo dei motori della Parigi-Dakar, la corsa di rally automobilistico più famosa al mondo. Forse nemmeno quello. Perché la corsa, trasferita in Arabia Saudita, passerà in questi giorni a poche centinaia di metri dal carcere ove è rinchiusa. Lei e altre donne sono tuttora detenute, sottoposte a torture e abusi sessuali, dopo essere state arrestate nel 2018 perché hanno rivendicato il diritto di poter guidare un’auto, cosa sino allora vietata dal regime iperpatriarcale e nazistoide della dinastia Saud. Nel chiamare al boicottaggio della corsa, Lina, sorella di Louijain, denuncia il regime e il “riformatore” Mohammed bin Salman che hanno organizzato questo e altri eventi sportivi – supercoppe,Leggi Tutto

Sabato 2 gennaio i villaggi di Tchoma Bangou e Zaroumadareye, nell’ovest del Niger, sono stati assaliti da due colonne di uomini armati: almeno 100 le vittime. È un orrendo massacro di civili inermi ed è l’ennesimo atto di una guerra non dichiarata che incendia il Sahel. Ancora non vi è una attribuzione certa delle responsabilità; un’ipotesi è che si tratti di una vendetta contro le milizie di autodifesa costituite dagli abitanti dei villaggi per proteggersi dal terrorismo jihadista che imperversa nella regione. Infatti, numerose e diverse bande terroriste, alleate o affiliate ad al-Qaeda o all’Isis, imperversano da anni in un’area vastissima a cavallo dei confini statali di Niger, Mali e Burkina Faso. Francia, Stati uniti, Germania e perfino l’Italia mantengono leLeggi Tutto

Le donne hanno conquistato la legge per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito. Quante milioni di donne si sono svegliate oggi con un sorriso di profonda soddisfazione? L’emozione è forte, è difficile trovare le parole per esprimere le ragioni della felicità che si sente. E in alcune donne già comincia ad affiorare un genuino punto di domanda sul futuro. Godiamoci al meglio questa giornata pensando insieme. Perché siamo riuscite a conquistare la legge? Se c’è la legge per l’aborto è grazie alle donne, non grazie allo Stato. Al contrario, è stato a causa della sua storica oppressione e delle sue costanti manovre, incluse quelle del governo attuale, che ha alternato il fazzoletto verde con quello azzurro a seconda della convenienzaLeggi Tutto

Sabato scorso, a due anni esatti dall’inizio delle mobilitazioni popolari che portarono poi alla cacciata di al-Bashir, donne e giovani sudanesi sono tornati a manifestare in tutte le principali città del paese. Le ragioni sono molteplici: i responsabili dei massacri dello scorso anno sono tuttora in libertà quando non in posizioni di potere; le condizioni di vita peggiorano, con i prezzi dei beni di prima necessità in rapida crescita così come la disoccupazione giovanile, l’inflazione (200% su base annua) e le preoccupazioni sanitarie in relazione al Covid-19. Tra il dicembre 2018 e l’aprile del 2019 un’ampia, tenace e coraggiosa mobilitazione pacifica aveva costretto la giunta militare a disfarsi del suo leader, al potere da trent’anni e già accusato di genocidio nelLeggi Tutto

Durante un’operazione anti-droga, la polizia austriaca ha sequestrato decine di armi automatiche e semiautomatiche e centinaia di migliaia di munizioni destinate a settori dell’estrema destra neonazista tedesca ramificati in varie zone, dalla Baviera alla Renania del Nord-Vestfalia. Voci e sospetti su milizie neonazi impegnate in esercitazioni militari clandestine circolano ormai da parecchi anni e la scoperta di questo gigantesco arsenale frutto di un losco traffico dalle finalità inequivocabili dimostra quanto il pericolo di un riarmo della peste bruna sia una minaccia reale da non sottovalutare in nessun modo. Achtung, quindi! I neonazi hanno commesso recentemente svariati crimini in Germania, dalla selvaggia caccia all’immigrato a Chemnitz all’attentato alla sinagoga di Halle fino alla strage di Hanau nel febbraio di quest’anno, ma puntanoLeggi Tutto

Il Movimento San Isidro di Cuba è composto da artisti e intellettuali dal 2018 organizzati contro le politiche ufficiali di limitazione e di controllo sull’arte. Alla fine di novembre hanno cominciato uno sciopero della fame contro la detenzione del rapper Denis Solís. Di fronte alla repressione poliziesca numerosi artisti, personalità della cultura e persone solidali hanno reagito manifestando di fronte al Ministero della Cultura all’Avana e costringendo le autorità ad ascoltare le giuste richieste di maggior libertà di espressione. Subito dopo, però, l’apparato di sicurezza ha cominciato a crear problemi agli artisti impedendo loro di uscire di casa: metodi ben conosciuti dalle Damas de Blanco (le Signore in Bianco, movimento di protesta dei familiari di detenuti per reati di opinione, ndt),Leggi Tutto

Nel 2020 per la prima volta nella storia il governo degli Stati Uniti ha mandato a morte più persone di tutti gli Stati dell’Unione messi insieme. Oggi vengono eseguite condanne federali durante la transizione fra il presidente uscente e il neoeletto. Non avveniva da 130 anni. Il 10 e l’11 dicembre a distanza di poche ore Brandon Bernard e Alfred Bourgeois, entrambi afroamericani, sono stati uccisi con iniezione letale nel penitenziario federale di Terre Haute (Indiana). Già un’altra esecuzione aveva seguito l’elezione di Biden e una quarta è prevista alla vigilia del suo insediamento alla Casa Bianca: una donna, per la prima volta da 70 anni. In nessun caso è tollerabile la pena capitale. È il marchio d’infamia dell’assoluta violenza stataleLeggi Tutto

“Dico in assoluta serenità: Non esiste razzismo in Brasile, è qualcosa di cui dovremmo preoccuparci, ma qui non esiste”. La dichiarazione polemica del vice presidente dopo le manifestazioni per l’assassinio di un altro uomo di colore, dipendente di un supermercato di Porto Alegre, dimostra come sia sui generis il modo in cui il razzismo si sviluppa durante la storia del Basile, che non ha vissuto un sistema di repressione razziale alla Jim Crow in Nord America o l’apartheid in Sudafrica. Ora, ogni volta che manifestazioni antirazziste se ne fanno carico, le autorità di turno richiamano alla convivenza armoniosa, egualitaria e calorosa della cosi detta democrazia etnica brasiliana. Negli anni scorsi, le riflessioni sul razzismo alla brasiliana si sono diffuse e sonoLeggi Tutto