Nell’informazione non ci sono solo le fake news ma anche tante notizie insignificanti che prendono un enorme spazio mentre avvenimenti importanti  – ma “lontani” – passano in secondo piano. Un esempio eclatante è quello delle mobilitazioni di contadini e contadine in India che, rispetto alla loro enorme portata, hanno trovato ben poca eco. L’agitazione è iniziata con uno sciopero che ha coinvolto quasi 300 milioni di persone e le mobilitazioni durano da più di due mesi. Decine di migliaia di contadini/e presidiano le principali vie di accesso alla capitale, Nuova Delhi, in cui in cui gli è vietato entrare. Ciononostante, il 26 gennaio hanno sfondato i cordoni di polizia e, con i loro trattori, cavalli e a piedi, hanno raggiunto eLeggi Tutto

La risposta popolare al golpe dei militari (che mai avevano ceduto realmente il potere) è coraggiosa e moltitudinaria: da sabato 6, in un crescendo quotidiano, centinaia di migliaia di persone hanno sfidato divieti e repressione riversandosi nelle strade di tutte le principali città del paese: giovani, soprattutto, personale medico, maestri, funzionari pubblici, perfino religiosi cattolici e buddisti. L’ampiezza della protesta si misura nel coinvolgimento della capitale Naypyidaw – recentemente costruita dal nulla proprio per tenere i centri del potere al riparo dalle contestazioni – o del periferico Kachin, popolato da una delle numerose minoranze etniche del paese, e dall’ampia adesione allo sciopero generale nelle principali città, Yangoon e Mandalay. La repressione si va facendo ogni momento più dura: coprifuoco, cannoni adLeggi Tutto

“Libertà di scegliere senza paura” è uno dei tanti cartelli che le donne mostrano nelle strade di Varsavia e di tante altre cittadine della Polonia. “Voglio avere il diritto di scegliere e ci dobbiamo sostenere le une con le altre” afferma Julia, mentre Eliza è scesa in piazza per la libertà di tutte. Sono alcune delle voci di quante sono tornate a manifestare dopo che il 27 gennaio il tribunale costituzionale ha confermato il divieto di abortire anche in caso di grave malformazione del feto. La libertà delle donne di decidere sulla propria vita continua a essere fortemente sotto attacco, per mano di Stati, Chiese e patriarchi e le conseguenze nella vita delle donne sono concrete. Mentre molti ospedali hanno giàLeggi Tutto

Alla fine degli anni Novanta, dopo che il crollo dell’Urss, con tutti i suoi irrisolti, aveva squadernato la questione interetnica dell’ex Unione sovietica, portandosi con sé morte, uccisioni e guerre di confine senza posa, nasce in Russia il Partito liberale e di attivismo Jabloko (Mela) che raccoglie, insieme a Navalnyj, quella che poi diverrà la cosiddetta opposizione a Putin. Già dai primi anni del 2000, mentre Putin, con una massacrante campagna militare nel Caucaso, avvalendosi di sanguinari potentati locali fedeli a Mosca, cerca di mantenere l’egemonia grande russa sull’insieme dell’ex territorio sovietico, Navalnyj si avvicina sempre più alle idee del nazionalismo russo facendo leva su sentimenti xenofobi che in quegli anni si diffondono rapidamente. È infatti nel 2006 che decide diLeggi Tutto

La popstar statunitense Rihanna – che in passato aveva già solidarizzato con le proteste in Sudan, con Black Lives Matter e condannato le leggi di Trump contro gli immigrati – ha avuto un nuovo moto di solidarietà e di indignazione. Di fronte alla repressione brutale dei contadini indiani in lotta che presidiano da settimane la capitale, al blocco addirittura del loro accesso a internet, ha postato su twitter: “ Perchè di questo non se ne parla?”. Anche Greta Thumberg si è unità alla solidarietà. Le mobilitazioni di milioni di contadini sono cominciate all’inizio di dicembre, chiedono il ritiro delle nuove e inique leggi proposte dal governo fascistoide di Modi. Significherebbero la loro condanna ad essere ostaggio delle multinazionali e dei privatiLeggi Tutto

Ci sono tanti modi di resistere alle prepotenze statali e padronali. A Londra, vicino alla stazione di Euston, un gruppo di attivisti ecologisti che protestano contro la costruzione di una nuova linea dell’alta velocità, dal devastante impatto ambientale, hanno organizzato un presidio permanente. Ma temendo l’arrivo violento della polizia per sgomberarli, hanno cercato nuove vie di fuga: hanno scavato un tunnel di oltre 30 metri sotto il manto stradale della città. Si è trattato di una manifestazione forse controversa, certamente originale e coraggiosa, tutt’altro che improvvisata. Stanze e corridoi, impalcature, luce elettrica, ricambio d’aria, porta di sicurezza: tutto è stato preparato in lunghi mesi di lavoro “di nascosto”, perfettamente funzionante ed organizzato per permettere ai manifestanti di usare il tunnel perLeggi Tutto

Giulio Regeni è stato rapito, torturato e ucciso 5 anni fa. Patrik Zaki è in galera da un anno esatto. I genitori di Giulio e i colleghi di Patrik, insieme a tanti volenterosi, continuano con tenacia a pretendere verità e giustizia. Il dittatore al-Sisi continua a incarcerare e a torturare, in alcuni casi a condannare a morte, decine di migliaia di egiziani. Lo Stato italiano continua a indignarsi (sempre più flebilmente) per l’ostruzionismo dei magistrati egiziani e… ad armare l’Egitto. I lucrosi affari tra le aziende italiane (pubbliche e private) e lo Stato egiziano vanno a gonfie vele, ma disdegnano la pubblicità: la commessa miliardaria è stata firmata in pieno agosto e la prima nave da guerra è stata consegnata l’antivigiliaLeggi Tutto

I militari birmani, dopo aver denunciato “brogli” nelle recenti elezioni, hanno ripreso direttamente le redini del potere. In realtà, al potere per 50 anni, non lo avevano mai ceduto davvero: avevano lasciato che si aprisse una “transizione democratica” gestita da Aung San Suu Kyi entro confini da loro stessi tracciati affinchè potessero continuare a tenere in pugno il paese. Aung San Suu Kyi, la leader deposta e arrestata, ora chiama i suoi sostenitori a “non piegarsi”. Premio Nobel per la Pace, icona della democrazia in patria e osannata dai regimi democratici sino a poco tempo fa, ha accettato il dominio dei militari arrivando persino a giustificare il genocidio e il terrore che hanno scatenato contro il popolo rohingya, una delle minoranzeLeggi Tutto

Per gli immigrati che affrontano la terribile odissea della cosiddetta “rotta balcanica”, un vero e proprio incubo è rappresentato dalla frontiera con la Croazia dove squadre speciali operano con droni e cani lupo per braccare e catturare chiunque cerchi di varcare la frontiera passando per i boschi. Gli immigrati bloccati vengono rinchiusi in container per 36 ore, picchiati selvaggiamente, spesso seviziati e torturati e infine scacciati al di là del confine croato dopo essere stati derubati di soldi, telefonini, oggetti personali e perfino di scarpe e vestiti. C’è anche chi ha perso la vita per le menomazioni riportate in seguito alle vessazioni subite. Queste atrocità sono state denunciate da varie associazioni e in particolare dall’Ong di Trieste Linea d’ombra, attiva nellaLeggi Tutto

A metà dicembre il governo austriaco ha presentato un pacchetto di misure anti-terrorismo. Accompagnati dai toni da crociata del cancelliere Kurz contro “l’Islam politico”, i provvedimenti sono stati presentati come diretti contro  l’”estremismo per motivi religiosi”. Come denunciato da molte organizzazioni antirazziste e solidali, da “Pax Christi” e persino dal Vaticano, è evidente l’intento di prendere a pretesto gli atti terroristici compiuti da settori dell’islamismo jihadista, qaedista o filo-Isis (come l’attentato alla Sinagoga di Vienna del 3 novembre scorso) per criminalizzare tout-court le persone musulmane in quanto tali.  Nel frattempo in Germania, come già scritto su queste pagine, è entrato in vigore dal 1° gennaio l’odiosa normativa che introduce l’espulsione diretta per i reati di terrorismo compiuti da stranieri sul suoloLeggi Tutto