Proprio nel sessantesimo anniversario di un fallito golpe contro l’allora presidente De Gaulle, circa mille militari hanno firmato una incendiaria lettera aperta pronunciandosi su un presunto pericolo di guerra civile e contro “l’islamismo e le orde delle banlieu”. Tra i firmatari, anche una ventina di generali a riposo. Il governo minaccia sanzioni perché è stata infranta la regola del silenzio e dell’obbedienza dell’esercito alle autorità civili; la leader della destra Marine Le Pen, invece, solidarizza con i militari. Anche se la vicenda dovesse concludersi qui, essa è già inquietante e un pericolo contro le libertà delle persone comuni: una parte dell’esercito si esprime minacciosamente su alcuni degli aspetti più critici e laceranti della società francese, gettando benzina sul fuoco. Essa èLeggi Tutto

La scrittrice britannica Josephine Bartosh, impegnata nella difesa dei diritti delle donne e delle ragazze, denuncia su The Post Millennial l’esistenza negli Stati uniti di un mercato assai lucrativo rivolto a coloro che intendono cambiar sesso, e non solo persone adulte. Il cambio terminologico da “transessuale” a “transgender” e le modificazioni dei corpi affinché si adattino alla “identità di genere” ha portato al concetto di “infanzia transgender” che apre a un ventaglio di profitti: dalle protesi di pene di taglia infantile ai reality show, l’industria dell’infanzia transgender è una vergogna e scavalca qualunque limite morale. Ciò che dovrebbe suscitare allarme etico – interventi farmacologici e chirurgici nei confronti di ragazze e ragazzi per “alleviarne” l’angoscia mentale – si trasforma invece inLeggi Tutto

Scarica il volantino impaginato Fin dalla fondazione nel 1948 lo Stato d’Israele ha espropriato le terre di milioni di palestinesi incendiando le loro case, espellendoli, uccidendoli. Solo l’eroica resistenza del popolo, delle donne e dei giovani che hanno curato e difeso la vita, ha impedito il genocidio. I Palestinesi sono stati esiliati e dispersi, confinati nella “prigione a cielo aperto “ della striscia di Gaza, in Cisgiordania e sono stati oppressi e discriminati nello Stato d’Israele che continua la sua opera di pulizia etnica, aggressione e occupazione militare. Nelle ultime settimane a Gerusalemme est – zona occupata da Israele – la polizia e i coloni hanno cacciato e sfrattato palestinesi dalle loro case, dove vivevano da decenni. A questa ennesima ingiustiziaLeggi Tutto

Di nuovo i cieli di Palestina/Israele sono solcati da centinaia di razzi: la maggior parte piombano su Gaza – hanno già provocato decine di vittime, tra cui bambini – ma anche su Israele, che conta anch’esso i primi morti. Alle vittime inermi e spesso innocenti, ai loro cari, va il primo pensiero, addolorato, solidale e indignato. L’ennesima escalation è conseguenza diretta del nuovo capitolo nella storica pulizia etnica di Israele contro i palestinesi – questa volta a Gerusalemme Est – e del rifiuto dei giovani palestinesi di rassegnarsi a tale destino. Sin dalle origini, lo Stato israeliano fonda la propria esistenza su questa sorgente infinita di violenza, dolore e ingiustizia: l’espulsione sistematica della popolazione palestinese, assediata e soffocata a Gaza, vessataLeggi Tutto

Una trentina di morti, aggressioni e arresti ovunque, colpi di arma da fuoco, denunce di sparizioni. “Ci stanno uccidendo”, affermano i manifestanti, tra cui molti e molte giovani, che da giorni si mobilitano contro la gestione governativa dell’emergenza sanitaria. Colpisce e scandalizza il livello di violenza criminale della polizia e dell’esercito agli ordini del presidente Iván Duque, complice e seguace di Álvaro Uribe, lider della destra colombiana e anch’egli criminale democratico responsabile di migliaia di morti innocenti dietro il pretesto della lotta contro le guerriglie.La Colombia è un paese storicamente segnato dalla violenza: delle forze repressive statali, dei paramilitari e delle guerriglie del narcotraffico; non sorprende che la principale risposta dello Stato di fronte alla protesta sia la violenza, che svelaLeggi Tutto

I rapporti di Roma con Tripoli possono riassumersi così: convincere i libici “che contano”, di chiunque si tratti, a bloccare con qualsiasi mezzo l’immigrazione dall’Africa. Chiunque sia, con qualunque mezzo: non son mica modi di dire. “Chiunque” vuol dire ad esempio Abdurahman al Milad, il “comandante Bija”: torturatore e  trafficante di esseri umani, capo-bastone del mandamento di Zawyah, ufficiale di quella famigerata guardia costiera cui lo Stato italiano ha finora versato 800 milioni di euro. Nel maggio del 2017, quando le accuse Onu nei suoi confronti erano già note, Bija è stato in Italia come membro di una delegazione ufficiale che ha incontrato uomini del governo Gentiloni. Proprio in questi giorni è uscito da un breve soggiorno in carcere con laLeggi Tutto

Voi, come chiamereste un capo di stato che: – ha fatto incarcerare decine di migliaia di connazionali con accuse fantasiose; – ha condotto la storica guerra contro la popolazione curda non solo in Turchia ma anche in Siria; – tiene milioni di profughi in ostaggio, merce di scambio con l’Unione europea; – è stato complice in guerra e in affari con i tagliagole dell’Isis; – minaccia guerre e le conduce sottobanco, dalla Libia al Caucaso; – reprime ogni dissenso interno; – scatena la violenza poliziesca, fino all’omicidio, contro manifestazioni di donne e di giovani; – mette il bavaglio alla stampa; – licenzia in massa magistrati e funzionari recalcitranti? Il primo ministro italiano Draghi ha definito il presidente turco Erdogan “un dittatore”,Leggi Tutto

A due mesi dall’annullamento delle elezioni, la situazione nel paese è sempre più drammatica. Sabato 27 marzo l’esercito ha “festeggiato” la giornata delle forze armate compiendo orribili stragi ai quattro angoli del paese, sparando a caso sui manifestanti, colpendo i feriti sin nelle corsie degli ospedali, lanciando granate tra la folla. Dai primi di febbraio sono ormai almeno 450 le vittime, migliaia i feriti e le persone arrestate. L’orrore e la condanna verso un potere storicamente criminale rafforza il sentimento di solidarietà e di vicinanza verso le sofferenze delle vittime e lo straordinario coraggio dei protagonisti. Il terrore scatenato dai militari finora non ha fermato le mobilitazioni, che continuano con la partecipazione di decine di migliaia di manifestanti in molte cittàLeggi Tutto

Mercoledì 24 marzo è cominciata la fase eliminatoria in Europa verso i mondiali di calcio del 2022. Prima dell’inizio della partita, i calciatori della selezione tedesca si sono presentati in maglietta nera con su una lettera per ogni giocatore: un totale di 11 lettere per comporre le parole “Human Rights”, “Diritti umani”. A loro volta, i giocatori norvegesi ne indossavano una bianca con la scritta “Rispetto dentro e fuori del terreno di gioco”. Entrambe le squadre hanno in tal modo espresso solidarietà con i lavoratori immigrati che il regime del Qatar sta sfruttando selvaggiamente nella costruzione degli impianti dove si giocherà la fase finale del prossimo vergognoso campionato mondiale di calcio. Secondo il giornale britannico The Guardian, sono già più diLeggi Tutto

L’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha bocciato la richiesta di sospensione dei diritti di proprietà sui brevetti dei vaccini anti-Covid. Cioè ha respinto la richiesta che, durante la pandemia, il vaccino sia disponibile a tutti in base ai soli costi di produzione. India e Sudafrica avevano presentato la richiesta il 2 ottobre scorso. Sono passati cinque lunghi mesi per giungere ad una conclusione negativa, dovuta all’opposizione di Usa e Regno unito, dell’Unione europea e di tutti i suoi Stati membri (Italia inclusa). Cioè dei paesi più ricchi, finora destinatari della gran parte delle dosi. È un rifiuto cinico, iniquo e perfino cieco. Cinico, perché le multinazionali farmaceutiche stanno incassando profitti enormi sulla vita e la salute di milioni di persone. Iniquo,Leggi Tutto