“Trovo davvero deplorevole e malinconico che su tutta la vasta gamma tematica del politicamente corretto (dalla cancellazione della cultura – o vogliamo davvero tradurre ‘cancel culture’ cultura della cancellazione? – all’islamofilia, all’antifemminismo di genere, al divieto di ‘offendere’ le idee altrui, cioè alla fine del dibattito delle idee, e via aggiungendo) gli scampoli di illuminismo si trovino solo in ambito conservatore, mentre dovrebbero essere pane quotidiano per una sinistra degna del nome.” Così scrive Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega, sul sito della rivista in un articolo non casualmente sottotitolato “La neolingua reazionaria che piace alla non-‘sinistra’” e dedicato allo schwa, il segno fonetico che si scrive come una e rovesciata (ǝ) che dovrebbe rappresentare graficamente, nelle idiote intenzioni dei suoi promotori, l’inclusività. Ma come si legge, lo sguardo del direttore si allarga a tutte quelle minacce umanofobiche contro l’unitarietà della specie che oggi vanno così di moda in una sinistra allo sbando e priva di prospettive, giustamente denunciate come reazionarie. Con Flores d’Arcais abbiamo misurato differenze negli anni, dalla concezione dell’umano ai suoi riferimenti filosofici, culturali e politici: questa volta, senza incertezze, bravo Paolo.
2021-05-01