Cambiati per le feste

Ad un certo punto di novembre è girata la voce che in Gran Bretagna si stesse pensando di spostare il Natale. Nelle fulminanti strisce di Walt Kelly Pogo avrebbe affermato “quest’anno venerdì 25 dicembre cade di giovedì” (chi non lo conosce veda la rivista Linus che ha pubblicato Kelly per anni. Ve lo consigliamo caldamente). Pogo è un opossum dotato di parola che discute coi suoi amici tartarughe, topini e alligatori di tesi paradossali.

E paradossali sono spesso le discussioni sull’ultimo Dpcm, ma noi non siamo in una strip (anche se a volte sembrerebbe di sì).

Con una pandemia in corso, che sta calando molto lentamente, è ovvio che bisogna mantenere tutte le misure di sicurezza anche durante le feste. Potremo vedere poche persone care e alcune non prima di gennaio. Naturalmente ci dispiace. Quasi tutti stiamo continuando a fare dei sacrifici e sappiamo che dovremo farne ancora anche quando arriverà il vaccino. Un certo numero di irresponsabili permane. Detto questo, mettiamoci all’opera per reinventare piacevoli usanze a cui teniamo. Ognuno può cucinare pietanze speciali e scambiarsele per consumarle separatamente ma nello stesso momento. Donarsi regali in piccoli incontri. Vedere le persone care per gruppi ridotti senza mangiare assieme. E, per dire di cose più serie, inventarsi tanti modi perché le persone che sono da sole lo siano il meno possibile.

I decreti governativi facilitano lo shopping forsennato e d’altro canto dettano minuziosamente ciò che non si può fare quel giorno, a quell’ora, in quel minuto. Possiamo accettare passivamente di essere trattati da consumatori compulsivi e festaioli scervellati oppure provare a disegnare liberamente, rispettando le misure di prevenzione, i nostri giorni di festa scegliendo come, cosa e quando. Potrebbe persino essere l’occasione di liberarsi almeno un poco del tradizionalismo forsennato, e commercialmente incentivato, in favore di una diversa e più sobria modalità di dirsi Buon Natale (in sicurezza) e Buon Anno (con un vaccino sicuro ed efficace). Proviamo a non lamentarci più di tanto, allargando affettuosamente lo sguardo a chi lo passerà in corsia, con o senza camice, e sono milioni in tutto il mondo. Scoraggiamo fermamente qualunque tentativo di ignorare la pandemia. Evitiamo di rimpiangere vanamente i Natali del passato e scopriamoci cambiati mentre sperimentiamo l’essere migliori assieme.

Ah, poi in Gran Bretagna di spostare il Natale non se ne è fatto più niente. Vi immaginate cosa avrebbe detto Dickens?

tratto dalla controcopertina de La Comune 369, richiedi la tua copia, contattaci