Da settimane la California e parte dell’Oregon sono in fiamme. 78 incendi tutt’ora attivi già hanno arso un’area forestale grande quasi quanto l’intera Umbria. Centinaia di fabbricati, oltre 200mila persone evacuate e, ad oggi, 34 morti. La peggior ondata di incendi nella storia recente della West Coast statunitense. La nube di fumo e aria tossica ha raggiunto persino l’Europa.
La Nasa ha registrato livelli di monossido di carbonio nell’alta atmosfera almeno 10 volte superiori al normale. Questo gas inquinante resiste nell’atmosfera anche per un mese e può viaggiare a grandi distanze. Non è da escludere che questo ulteriore immissione di inquinanti nell’aria accentui anche la pericolosità del corona-virus, soprattutto su soggetti che soffrono pregresse patologie respiratorie. In questo Pianeta tutto è collegato ed interconnesso. Le devastazioni ambientali, in particolare la distruzione delle foreste, stanno contribuendo a mettere i ceppi virali in condizioni nuove e più pericolose per l’umanità. Gli incendi in California sono stati innescati da una di tempesta di fulmini mai vista prima, in un contesto di caldo anomalo, e propagati da un vento di eccezionale potenza. Anomalie figlie dei cambiamenti climatici in atto. Quelli che il fascistoide che siede alla Casa Bianca e i suoi compari si ostinano – per miopi ragioni politiche e di business – a negare, come hanno fatto per la pericolosità del Covid. Al culmine del suo cinismo, Trump di fronte al disastro non ha mosso un dito e, in visita in una zona incendiata, è arrivato persino a dire di “stare tranquilli” perché “il clima comincerà a diventare più freddo”. Per questo incendiario irresponsabile e i suoi complici la devastazione deve continuare, costi quel che costi, per il Pianeta e per la gente comune.