Gino è un dipendente di Amazon. Nell’ottobre del 2020 comincia a stare male e poco tempo dopo scopre di avere un tumore. Iniziano i cicli di chemioterapia e si mette chiaramente in malattia per prendersi il tempo per curarsi. Dopo circa un anno torna al lavoro, ma ad attenderlo invece di uno striscione di bentornato, gli viene recapitata una lettera di licenziamento per aver superato il limite massimo di malattia. Proprio come nello spot, in cui i dipendenti Amazon raccontano come l’azienda gli aiuta nel prendersi cura della sorellina malata, di come si sentono in una una vera e propria grande famiglia, vero?! Ma Gino, con l’aiuto dei sindacati non ci sta: impugnano l’ingiusto licenziamento e Gino viene reintegrato. Ma Amazon non si arrende e di tutta risposta non lo fa tornare alle vecchie mansioni dicendo che non è più idoneo e lo mette in aspettativa non retribuita. La vicenda si commenta da sola: in nome del profitto, dell’efficienza e del rendimento si passa letteralmente sopra la vita delle persone!
Ricordiamocelo se ci viene la tentazione di cedere alla comodità di due clic per comprare qualcosa!