BEREGSURANY, confine fra Ucraina e Ungheria – sabato 26 febbraio

È su esempi come quello che segue e molti altri che si stanno susseguendo in questi giorni che basiamo la nostra speranza e il nostro impegno per la pace e la pacificazione tra le persone: esempi e germogli di solidarietà, vicinanza, schieramento coraggioso contro la guerra da riconoscere, far conoscere e coltivare.

di Francesca La Sala

Nataliya, una donna ucraina di 58 anni, sta aspettando insieme a molti altri il suo turno per poter finalmente attraversare il confine. Durante la lunga attesa fa conoscenza con un giovane uomo di 38 anni ed i suoi due figli: una bimba e il fratellino maggiore. L’uomo sa bene che un ordine governativo non gli permette di varcare il confine, e che dovrà tornare indietro a combattere, come tutti i maschi fra i 18 e i 60 anni. Parlano per un paio d’ore Natalyia e il giovane uomo, un tempo più che sufficiente perchè la donna, compresa la situazione, si offra di portare con sè i due bambini, al di là del confine, dove – assicura l’uomo – la madre sta arrivando dall’Italia per prenderli con sè e metterli in salvo.
Natalyia, che ha a sua volta lasciato in Ucraina i suoi due figli ormai cresciuti – un’infermiera e un poliziotto, che per ragioni diverse non hanno voluto né potuto partire – tiene stretto in mano il foglio con su scritto il numero di cellulare di Anna, la madre dei due bimbi.
Attraversato il confine aspetta ancora, questa volta probabilmente con un diverso tipo di speranza nel cuore. Anna arriva, le due donne sconosciute si riconoscono, piangono insieme e rimangono a lungo abbracciate, come due amiche.