Anna Scala, 56 anni, è stata uccisa con numerose coltellate a Piano di Sorrento il 17 agosto dall’ex compagno Salvatore Ferraiuolo. Ha pagato con la vita la sua irrinunciabile ricerca di libertà, perché l’uomo non tollerava la fine della loro relazione. Nonostante fosse nota la sua pericolosità – Anna lo aveva denunciato due volte per stalking – era a piede libero e alla terza occasione non ha fallito ciò che aveva premeditato da tempo. Anna viveva nel terrore e fa rabbia questa morte ingiusta ed evitabile.
Siamo solidali con la figlia di Anna e le sue persone care, così come con gli amici e i familiari delle circa 70 donne uccise solo quest’anno da partner ed ex. Una strage orrenda alla quale non vogliamo e non dobbiamo assuefarci.
Interroghiamoci su cosa possa significare per le donne vivere sicure, unirsi per contare sull’appoggio reciproco e così potersi difendere meglio dalle violenze maschiliste e patriarcali, mettersi in guardia da relazioni tossiche, imparare insieme a prevenire pericoli ed esigere amore e rispetto da chi si ha accanto, perché sappiamo che le leggi dello Stato, nonostante gli inutili proclami del Governo Meloni, non tutelano affatto le donne.
Dipende innanzitutto dal protagonismo e dall’unione delle donne stesse, ma anche dall’impegno di ciascuno nell’attivare attenzione e cura verso chi è in pericolo e possibili reti di solidarietà per essere più forti e sicuri insieme, perchè la libertà delle donne è la libertà di tutti.