La divisa blu che indossano durante il giorno si trasforma nel lenzuolo bianco dietro cui si nascondono la notte: così gli agenti della polizia statunitense diventano assassini di afroamericani, e non conta se siano formalmente affiliati al Ku Klux Klan oppure no. Ne uccidono al ritmo di 500 al semestre e l’ultima esecuzione ha tolto la vita a George Floyd, soffocato da un poliziotto che gli ha stretto la gola per sette minuti, senza allentare la presa nonostante la vittima lo implorasse di farlo respirare. Da Minneapolis le proteste, in gran parte pacifiche, si sono estese in tutto il paese. In alcuni casi anche cariche di rabbia, ma come potrebbe essere altrimenti? Ovunque rispuntano i cartelli e gli slogan di BlackLeggi Tutto

Ciascuno/a di noi può sentire la responsabilità della propria vita, percependo che rimanda a quella di chi e cosa ci circonda. Dei nostri cari, amici, colleghi; della natura che ci ospita. Una possibilità di crescita individuale e non di chiusura individualista che comporta il riconoscimento dell’irresponsabilità e delle colpe di chi distrugge le risorse del pianeta e lucra sulle esigenze di cura conducendoci alla situazione in cui siamo. Possiamo cercare il coraggio e il protagonismo di noi con le (e nelle) persone più prossime, quelle con cui costruire relazioni scelte nutrendole/ci di scambio, conoscenza, unione più profondi. Amici, compagni, amori, di una vita o nuovissimi; che conoscono e convivono il nostro mondo interno o cominciano a farlo, e noi il loro.Leggi Tutto

Rivediamoci, per poter finalmente guardarci negli occhi al di sopra delle mascherine. Per essere di nuovo in contatto pur indossando i guanti. Per parlarci di nuovo da vicino, con solo un metro di distanza, meglio se due. Per trovarci di nuovo a tu per tu, sapendo che vicino a ognuno/a di noi ci sono altre e altri da poter pensare insieme. Per ritornare a vivere il piacere della nostra presenza, anzi: per scoprirne nuovamente e più profondamente il bene e quindi poter scegliere di conoscerci di più e meglio di prima. Per affermare la libertà e la responsabilità delle relazioni importanti che ognuno sceglie di costruire, non sottostando alla prepotenza del Governo che pretende di decidere quali sentimenti e rapporti sonoLeggi Tutto

Come insegnanti, educatori e educatrici, lavoratori e lavoratrici nella scuola de La Comune abbiamo avvertito il bisogno di reagire alla disumanizzazione provocata dalla cosiddetta “didattica” a distanza, abbiamo redatto questo testo proponendoci di farlo conoscere e sottorscrivere a quante/i, tra le persone che lavorano nella scuola, lo condividono. Viviamo ormai da settimane la situazione eccezionale e drammatica dovuta all’epidemia del coronavirus: le lezioni sono sospese da molte settimane, noi e le/i nostre/i studentesse e studenti, grandi e piccine/i, siamo chiuse/i nelle nostre case. Il Miur, dopo un balletto di mini-proroghe e circolari, ha emesso l’8 aprile un decreto che presenta molti e seri problemi di legittimità. I poteri speciali conferiti al Ministro della Istruzione vengono impiegati per violare il contratto diLeggi Tutto