Alla manifestazione dell’8 marzo di Firenze organizzata da Nonunadimeno delle attiviste contro la piaga della prostituzione sono state attaccate e minacciate di violenza fisica da un uomo con il volto mascherato e da alcune donne autoproclamatesi padroni/e della piazza, e i loro cartelli (”prostituzione = stupro a pagamento, No alla misoginia) strappati perché secondo il dogma transfemminista la prostituzione va rispettata e difesa in quanto “libera scelta”.
Solidarizziamo con le donne aggredite, che hanno immediatamente e coraggiosamente denunciato i fatti sui media e ci schieriamo al loro fianco.
Fin dalle origini il patriarcato prova a costringere le donne in ruoli predefiniti che servono solo a tenerci prigioniere nel loro mondo: o moglie, madre di famiglia, santa, sottomessa, o amante, libertina, “puttana”, che non è un complimento, ma un termine dispregiativo coniato dai maschi oppressori per offendere e svilire le donne.
Ma di quale libertà e trasgressione stanno parlando? Di essere e sentirci come ci vogliono loro? Fatte a pezzi, valutate e pagate come oggetti per lo squallido piacere di maschi bavosi? Siamo molto di più e possiamo sognare e conquistarci, insieme, una libertà molto più grande di quella che il patriarcato ci concede: possiamo immaginare e praticare altri modi di amare, di essere donne e, per favore, non parlateci di lavoro!
E da quando in qua alle manifestazioni di donne si cacciano altre donne e si impedisce loro di esprimersi? Come è possibile che invece di fare terreno bruciato intorno agli sfruttatori della prostituzione e ai clienti, sempre maschi, si attacchino le donne che li denunciano? E’ una piazza femminista quella in cui un uomo minaccia di violenza fisica delle donne?
Tutta la storia migliore del femminismo e delle lotte delle donne per la libertà e l’autodeterminazione è costellata di battaglie contro il sistema della prostituzione così come dal sostegno e mutuo aiuto morale e materiale verso coloro che sono costrette a prostituirsi. Purtroppo si stanno invece diffondendo, negli ultimi tempi, pericolose censure e attacchi a chi difende le donne, l’identità del genere femminile, l’autodeterminazione delle donne sul loro corpo e inseparabilmente sulle loro vite, a chi si batte contro la prostituzione, in nome di presunte teorie che si definiscono transfemministe.
Noi siamo schierate da sempre per la libertà delle donne, e in ragione di questo ci battiamo contro queste posizioni, questi metodi e queste pratiche che ricalcano tristemente quelli dell’oppressione maschile e patriarcale.
Apriamo un dibattito autentico, libero, aperto, sulla libertà e l’autodeterminazione delle donne, sulla sessualità, con tutte coloro che sono disponibili, ma a una condizione: imparare a confrontarci nel rispetto reciproco è inseparabile dal denunciare chi ci impedisce di farlo e chi difende il patriarcato e i suoi disvalori.
Le donne de La Comune di Firenze