Un duplice attentato ha sconvolto la capitale giovedì scorso provocando 32 vittime e oltre un centinaio di feriti. Il pensiero addolorato e solidale va alle vittime del terrorismo e ai loro cari. Ancor prima della rivendicazione, giunta poche ore dopo la carneficina, le modalità feroci e vigliacche non lasciano dubbi sugli autori: sono i neonazisti del califfato nero, l’Isis, sconfitto nel 2017 ma tuttora attivo con migliaia di uomini. Come in tante precedenti occasioni, hanno colpito tra la folla in un mercato popolare; il primo attentatore ha finto di sentirsi male per farsi esplodere insieme a chi si avvicinava per aiutarlo, il secondo ha fatto strage dei soccorritori. Intenzioni ed azioni che sono un programma di morte contro le persone comuni e contro qualunque moto di vicinanza umana e di cura.
L’Iraq è un paese lacerato da quarant’anni quasi ininterrotti di guerre. Con coraggio, nell’ottobre del 2019 i giovani hanno dato vita ad un movimento di protesta contro la corruzione e la miseria dilaganti, poi frenato dalla pandemia e dalla repressione poliziesca fortissima, con centinaia di morti nelle piazze e con le esecuzioni mirate degli attivisti. Un protagonismo iniziale e promettente di cui l’Isis è acerrimo nemico.