A proposito del Ddl Zan
Dire la verità è parte del nostro impegno educativo

La mancata approvazione del Ddl Zan sta facendo discutere tante/i insegnanti che si impegnano contro le discriminazioni: come compagne/i de La Comune che lavorano nella scuola crediamo sia giusto fare chiarezza su alcuni aspetti.
Nel Ddl Zan non si dice la verità su alcune questioni fondamentali, si nega l’identità di genere, si dissolve il fatto che la specie umana è composta da due generi (donne e uomini) e non si dice che la prima oppressione, da 5.000 anni, è quella contro il genere femminile: ma affermare la libertà delle donne è il primo imprescindibile passo per affermare la libertà di tutte/i.
Ci impegniamo per la libertà di scelte affettive, contro omofobia e transfobia e non ci fidiamo dello Stato e delle sue istituzioni, non crediamo che basti una legge per affermare i diritti stessi di omosessuali e transessuali, a maggior ragione in tempi di decadenza e degrado culturale come questi: in più ci preoccupa il tentativo di accrescere il potere coercitivo e repressivo dei giudici contenuto nel Ddl Zan, che possono arbitrariamente interpretare le definizioni in esso contenute.
“Ci dedichiamo ad accompagnare la crescita di bimbe/i e ragazze/i e proprio perciò siamo intenzionati ad affermare l’umanità e a difenderla dagli attacchi in atto”*. Quindi ci impegniamo a difenderli anche dalla prepotenza – mascherata da libertà – di chi, in continuità con quanto accade da sempre nelle famiglie patriarcali e nelle istituzioni statali, vuole dire loro chi e come essere, predeterminandone il futuro anche con interventi chirurgici e “terapie” ormonali.

Le lavoratrici e i lavoratori de La Comune nella scuola

*Tratto dall’Appello Educare all’umanità contro la disumanizzazione
Per firmare l’appello scrivi a: alcentrolerelazioni@gmail.com