Milizie jihadiste guidate da Hayat Takrir al-Sham (HTS) hanno conquistato in pochi giorni Aleppo, la seconda città della Siria e stanno marciando alla volta di Damasco. L’HTS raccoglie diverse formazioni islamiste reazionarie, fino al 2019 era aderente ad Al Qaeda (con il nome di al-Nusra). Oggi è appoggiata dal regime turco di Erdogan che li usa anche contro il popolo kurdo. La rapida avanzata dell’HTS evidenzia l’inconsistenza delle forze armate del regime del boia Assad. Infatti, quest’ultimo è riuscito a sopravvivere sinora grazie alle truppe fornite dall’Iran, dalla Russia e da Hezbollah, ora però impegnati in altri scenari di guerra.Questa ulteriore tragedia per i popoli siriani affonda le sue radici negli avvenimenti seguiti al 2011. In quell’anno iniziò una straordinaria rivoluzione della gente comune all’insegna della pacificazione, della dignità e della libertà ma che non ebbe la forza né il tempo per svilupparsi e resistere ad una ampia coalizione di potenze avverse che riuscirono a imporre una terribile guerra civile. Da una parte vi era il regime stragista di Assad con le truppe russe, iraniane, di Hezbollah, che si avvaleva dell’appoggio di Hamas e del silenzio complice delle democrazie occidentali; dall’altra c’erano i criminali dell’Isis e varie formazioni jihadiste terroriste e misogine, finanziate da stati arabi e dalla Turchia. Le conseguenze sono state terribili: circa 500.000 morti e milioni di profughi. L’attuale offensiva dell’HTS si sviluppa in un quadro di caos regionale e globale segnato dall’incapacità della Casa Bianca, ormai da tempo ex “poliziotto del mondo”, a gestire e ordinare la scena internazionale. Le varie potenze internazionali e regionali, in competizione tra loro, sono impegnate – direttamente o indirettamente tramite loro agenti – in guerre sanguinose che non vedono vie di uscita all’orizzonte e a cui partecipano ormai bande armate di vario tipo. E’ una spirale perversa che spinge al riacutizzarsi dei conflitti o all’esplosione di ulteriori focolai. Tutto ciò è massimamente vero in Medio Oriente, ove la guerra di Netanyahu contro la popolazione palestinese e in Libano rappresenta un moltiplicatore del caos e un acceleratore dei conflitti in tutta la regione (e non solo). Ancora una volta bisogna schierarsi dalla parte delle popolazioni siriane per la loro liberazione contro tutti i nemici e falsi amici – da Assad alle bande jihadiste, dall’Iran agli Usa e all’Europa democratica – di fronte ad un ulteriore conflitto di cui le prime vittime saranno donne, bimbe/i e la popolazione civile e che vedrà ulteriori profughi e sfollati. E’ necessario reagire con rinnovato impegno per la difesa della vita, per la pacificazione contro le guerre e per l’accoglienza di tutti i profughi e immigrati.
2.12.2024 h 10