Immagina.
Luoghi accoglienti dove le persone si conoscono. Dove si vive nel rispetto e nella cura della natura. Dove ci si ascolta e ci si comprende. Dove esistono regole condivise improntate al dialogo e alla benevolenza. Dove le donne sono le prime depositarie e beneficiarie della comunanza, le prime educatrici, osservatrici e creatrici. Dove bimbe e bimbi sono accuditi da tutte/i ed aiutati a stare serenamente assieme e giocare tra loro e con gli adulti. Dove le giovani e i giovani crescono e sono formati sollecitando la coscienza della loro personalità, delle loro irrevocabili capacità di scelta e delle loro responsabilità nei confronti degli altri. Dove chi proviene da altri luoghi viene non solo accolto ma messo in condizione di essere pienamente protagonista della comunità. Dove gli anziani, le persone malate e con diverse abilità sono considerati, accuditi, ascoltati con speciale attenzione per il contributo fondamentale che possono fornire. Luoghi dove ognuna/o è, si sente e sa di essere protagonista attivo e insostituibile delle relazioni e della comunanza che si costruisce collaborando e cooperando. Luoghi dove i valori appartengono a tutti e a ciascuna/o: la libertà è occasione positiva di bene reciproco e comune, si scopre e si afferma la bellezza di ogni persona, la verità si cerca e si verifica nello scambio collettivo, la giustizia è innanzitutto accrescitiva e di conseguenza eventualmente correttiva, definita e gestita dalla collettività stessa. Immagina come prepotenze, violenze, soprusi possano venir dissolti dal miglior vivere assieme e le guerre possano essere bandite dando un esempio a chi vuole sottrarsene.
Osserva.
Apri gli occhi e guardati attorno nelle grandi o piccole città violente dove le persone non si conoscono, dove si scrutano diffidenti, preoccupate o minacciose oppure non si riconoscono affatto come simili, prigioniere di una piccola velenosa ossessione tascabile. Dove le donne e le persone considerate “diverse” da una subcultura patriarcale e razzista non possono sentirsi sicure perché maschi frustrati e fanatici le odiano e spesso sono in agguato. Dove un banale litigio può finire in un’aggressione o in un omicidio, dove si muore investiti per strada percorrendola o attraversandola. Dove grandi e medie imprese perpetrano il furto legalizzato a danno delle persone comuni, dove lo Stato democratico respinge ed imprigiona, spesso senza imputazioni, uomini, donne, compresi adolescenti e bambini in fuga da esperienze terribili vissute in altri paesi e nella stragrande maggioranza dei casi in cerca di lavoro e convivenza pacifica. Dove vige e si accresce la legge dei più prepotenti. È in questi luoghi, sempre più inquinati, inquinanti ed insicuri, estranei ed oscuri che le persone diventano numeri, è lì che si alimenta e si allena l’odio, si addestra alla violenza e all’uccidibilità, si cerca di espropriarci con macchinazioni artificiali delle nostre capacità mentali, è lì che si mettono le popolazioni una contro l’altra come dimostra lo scontro tra palestinesi ed ebrei israeliani, tra ucraini e russi, e in tanti casi concernenti le popolazioni africane. È nei luoghi della modernità oppressiva decadente, nel mondo ferocemente globalizzato che viene meno qualsiasi logica affermativa di vivibilità per una comune umanità differente e predomina invece, incontrollata e crescente, dettata dalla loro cultura in sfacelo passata dalla “leggerezza dell’essere” alle tecnologie pesanti, la logica delle guerre infinite: da sempre il motore dell’oppressione e della disumanizzazione.
Rifletti.
Le nostre, le tue capacità umane sono straordinarie e positive ma hanno bisogno di essere pensate ed educate, praticate ed allenate, conosciute e condivise assieme agli altri, intesi come singoli e come collettività per imparare a collaborare e cooperare su tutti i piani in una convivenza fruttifera, felice e pacifica. Le nostre qualità si inverano e si esprimono nell’imparare a scegliere e sceglierci e ad essere assieme liberamente e lealmente definendo e praticando non solo obiettivi ma valori comuni, relazionali ed individuali. La nostra spinta vitale è naturalmente radicata nel nostro amore per la vita, ispirata dal “principio speranza”, proiettata alla ricerca del bene, elaborata dalla ragione e dal sentimento, dalla conoscenza e dall’intelligenza, dalla memoria e dalla creatività. Riscoprire le nostre tensioni più profonde, attivare le nostre facoltà, progettare e praticare le nostre migliori intenzioni sapendone le radici essenziali, scegliendole e sperimentandole assieme nell’esistenza quotidiana: ecco ciò che può permetterci di sottrarci alla logica e alla pratica della violenza, della guerra, dell’oppressione.
Scegli.
Siamo capaci umanamente di sprigionare e costruire logiche di vivibilità benefiche e pacifiche in prima persona, in relazione, in comune: cominciando qui ed ora.
La Comune
22 ottobre 2023
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