Persone come noi fuggono da guerre e carestie e vengono trattate in modo disumano, persino bimbe e bimbi sono lasciati morire. Le donne continuano ad essere colpite da ingiustizie, violenze, discriminazioni.
I giovani sono ingabbiati da un sistema istruttivo arido, dall’ossessione compulsiva dei social, dalla difficoltà di trovare un lavoro soddisfacente. Lavoratrici e lavoratori sono tartassati economicamente ed inquieti per la minaccia di licenziamenti. Si passa da un governo all’altro: continuità e peggioramenti.
L’Unione europea, che non è mai veramente cominciata, si lacera sotto pressioni di interessi contrastanti.
Il sistema democratico globale targato Usa, di cui l’Italia fa parte, prova a rilanciarsi investendo su una guerra contro la Russia che l’ha cominciata. La corsa agli armamenti aumenta in modo inversamente proporzionale ai fondi per frenare il disastro ecologico. Le vecchie sinistre si trascinano verso l’estinzione o la transmigrazione al centro: conseguenza inevitabile di subculture sottomesse ed obsolete.
La situazione è davvero difficile e non sarà qualche lotta, pur sacrosanta, a risolverla.
Eppure c’è speranza negli occhi degli emigranti, c’è reattività da parte di tante donne, c’è volontà urgente tra i/le giovani, c’è generosità e solidarietà tra lavoratori.
Dunque, si può provare: in prima persona ad essere migliori per vivere meglio, in relazione a cercare negli altri il sostegno che offriamo loro, in comune ad essere protagonisti non conformisti. Si può provare a
passare dalle chiacchiere al dialogo, a sviluppare le migliori intuizioni in riflessioni, a far crescere le emozioni in sentimenti durevoli e benefici, a trasformare il dissenso e la preoccupazione in impegno, a superare la dispersione con l’organizzazione.
Certo non è semplice, nessuno ci regala nulla, non ci saranno miracoli: sta a noi, a ciascuno di noi e a noi in relazione ed assieme il non ridurci a prendere decisioni spesso banali e preconfezionate, ma imparare a
scegliere un cammino di riscatto complessivo e concreto, paziente e coerente.
Scegliere, scegliersi, sceglierci significa far ricorso alla nostra coscienza profonda che è il luogo dove germogliano le idee di libertà e di bene comune, reciproco, personale su cui possiamo basarci. Intraprendere una via di riscatto e affermazione è già di per sé un cambiamento benefico, un principio attivo di unione propositiva, di creazione culturale per l’emancipazione della nostra umanità.
La Comune
13 novembre 2022